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Due indici che puntano in alto a sinistra, un braccio disteso e le gambe piegate. La tipica esultanza di Usain Bolt ha accompagnato il giamaicano in tutti i suoi successi: otto ori ai Giochi olimpici, undici ai mondiali, tre record del mondo sui 100 metri, due sui 200; è stata simbolo di vittoria, di invincibilità, immortalata per sempre in fotografie storiche alle spalle dei cinque cerchi, e ora sta per diventare un brand dal potenziale globale. Bolt ha registrato il logo di sé stesso nella sua familiare posa celebrativa lo scorso 17 agosto negli Stati Uniti. Il deposito svela l'intenzione dell'atleta: utilizzare la sua sagoma per costruire un piccolo impero: una serie di prodotti di abbigliamento, di accessori, di materiale tecnico con la sua firma. A spiegarlo è l'avvocato Josh Gerben, specializzato in brevetti e marchi, che sul suo profilo twitter e in una successiva intervista al Washington Post ne ha descritto l'utilizzo, aggiungendo che “non è la prima domanda che Bolt fa per acquisire i diritti della sua posa da vittoria”. Un precedente tentativo di registrazione era stato infatti annullato nel 2017.
Come è nata l'esultanza
La storia del celebre gesto è stata spiegata dallo stesso atleta: “La mia esultanza è un passo di danza giamaicano che ho personalizzato.
Come Michael
Il percorso tracciato è netto ed ha già un precedente di fama mondiale, quello di Michael Jordan che ha ispirato il logo “Jumpman”, la sagoma di un uomo che salta a gambe divaricate e che schiaccia la palla da basket a canestro. Il marchio è di proprietà di Nike, ed è stato usato per promuovere i prodotti di calzature sportive della linea Jordan, apparendo di recente anche in veste di sponsor tecnico del Paris Saint Germain. Una silhouette in nero su bianco, riconosciuta da tutto il mondo: potrebbe essere di chiunque, ma è proprio del più forte. La stessa riconoscibilità a cui d'ora in poi ambirà Usain.
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