Alessandro Michele lascia Gucci: ipotesi Chanel o marchio proprio? Cosa sappiamo finora

Alessandro Michele, cosa farà ora? Cosa sappiamo: dall'ipotesi di un suo marchio alle voci su Chanel
Gli appassionati di moda non si sono ancora ripresi: Alessandro Michele dice addio a Gucci e nessuno sa bene cosa succederà dopo. Nel giorno del suo compleanno (proprio...

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Gli appassionati di moda non si sono ancora ripresi: Alessandro Michele dice addio a Gucci e nessuno sa bene cosa succederà dopo. Nel giorno del suo compleanno (proprio oggi compie 50 anni), i beninformati da Milano spergiurano che potrebbe aprire un suo marchio, ma c'è anche chi lo vuole alla guida di un'altra maison nel quadro di un valzer dei designer che potrebbe partire a breve: Balenciaga (di cui ha hackerato lo stile nella famosa collaborazione con Demna) oppure, addirittura, Chanel.

Il terremoto

Quest'ultimo, come gli addetti ai lavori sanno, sarebbe il vero terremoto che sconvolgerebbe, per quanto possibile, gli schemi della moda. Michele, con il suo immaginario eccentrico e il suo stile no gender bohémien, alla guida della storica maison creata da Mademoiselle Coco farebbe sollevare più di un sopracciglio. Ma che il brand francese abbia bisogno di un cambio di paradigma (come, da quanto sappiamo, lo stesso Gucci, il che avrebbe causato il "divorzio" con Alessandro Michele) sembra piuttosto chiaro. Le collezioni di Virginie Viard, subentrata all'indimenticato Karl Lagerfeld, non convincono i più: qualche giorno fa infatti il web ha salutato con estremo entusiasmo Margot Robbie che sul red carpet aveva abbandonato Chanel per lanciarsi in una nuova, sensuale era Bottega Veneta. E sembra che nemmeno Kristen Stewart, altra testimonial del brand, riesca a convincere le folle. 

Le implicazioni

L'arrivo di Michele potrebbe costituire la svolta, un po' come successe per Gucci dal 2015 in poi? Il suo immaginario è conciliabile con l'héritage della maison? In questo, Alessandro Michele non si batte: da Gucci riuscì a recuperare la storia rendendola oggetto del desiderio (vedi alla voce borsa Jackie, Bamboo e 1955). Ma l'ipotesi di un suo marchio, vista la particolarità del suo lavoro, non sarebbe da escludere. Staremo a vedere. 

 

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Il Gazzettino