Le feste in piazza a Wuhan sono sconcertanti: verrà il tempo per valutare colpe e omissioni della Cina

Le feste in piazza a Wuhan sono sconcertanti: verrà il tempo per valutare colpe e omissioni della Cina
Caro direttore, dopo aver visto in tutti i TG e la foto sul Gazzettino del 2 gennaio  le immagini del capodanno di Wuhan, mi chiedo: come mai lì, nell'epicentro...

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Caro direttore,
dopo aver visto in tutti i TG e la foto sul Gazzettino del 2 gennaio  le immagini del capodanno di Wuhan, mi chiedo: come mai lì, nell'epicentro della pandemia dove tutta questa tragedia ha avuto inizio, sono tornati quasi alla normalità? Dai fatti di un anno fa, che la Cina aveva tenuto nascosti, e non sappiamo da quanto tempo questo virus circolava fra la gente creando una pandemia a livello mondiale. Milioni di morti, ospedali in affanno, nuovi poveri che i vari lockdown hanno generato con questa crisi economica mondiale. Perché proprio lì, dove i più sfortunati morivano per le strade perché non avevano il tempo di ricevere nessuna assistenza, la pandemia come d'incanto è passata? Senza prima, seconda o altre ondate? Sono stati bravi loro, o è il resto del mondo che è incapace? A parte il pensare che tutta questa vicenda sia stata premeditata per mettere a tappeto l'economia mondiale, visto come si svolgono i fatti, mi chiedo: loro avevano già la cura e il vaccino per uscirne fuori da tutto ciò? Mentre il mondo intero sarà in sofferenza non si sa fino a quando. Se fosse così perché nessun paese nel mondo ha mai pensato di chiedere i danni?


Mauro Zane


Caro lettore,


le scene dei festeggiamenti in piazza a Whuan per Capodanno sono vergognose e sconcertanti. Ma purtroppo non ci sorprendono: la Cina è anche il paese che ha condannato a 4 anni la reporter colpevole agli occhi del regime neo-comunista di Pechino di aver rivelato per prima al mondo il virus e i suoi effetti devastanti. Evidentemente la Cina avrebbe preferito tenere ancora nascosto tutto, indifferente alle conseguenze che questo avrebbe e ha avuto per il mondo intero. Nessuno in quel caso, né a Whuan né in altre città della Cina, è sceso in piazza rivendicando la libertà per la reporter. Del resto anche se qualcuno avesse voluto, non avrebbe potuto farlo: avrebbe subìto la stessa sorte, se non peggiore, della reporter condannata e incarcerata. Questi due ultimi fatti ripropongono gli interrogativi sul ruolo oscuro e sulle grandissime responsabilità che la Cina ha e ha avuto nella diffusione di questa pandemia. Oggi siamo impegnati a frenare e, speriamo presto, a debellare il virus. Ma ci dovrà essere anche il tempo per valutare responsabilità, colpe ed omissioni. Troppe cose non tornano, troppi i dubbi e gli interrogativi. E il costo in termini di vite umane e finanziario di questa crisi è troppo elevato perché tutto venga dimenticato o passato sotto silenzio. Speriamo solo che quando e se arriverà questo momento, non si levino le solite voci benpensanti, quelle per capirci di coloro che all'inizio della pandemia non trovarono di meglio che andare a farsi fotografare nei ristoranti cinesi. La questione è troppo seria per essere piegata alle convenienze del politicamente corretto o ai piccoli interessi di consenso. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino