Logico il voto contrario di Salvini alla Von der Leyen ma il vero problema sono le alleanze in Italia ed Europa

Logico il voto contrario di Salvini alla Von der Leyen ma il vero problema sono le alleanze in Italia ed Europa
Caro Direttore, sembra che Salvini perda qualche colpo e che, oltre che per i guai interni, esca da Strasburgo con zero tituli, come diceva quel famoso allenatore. Che ne dice ? ...

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Caro Direttore,
sembra che Salvini perda qualche colpo e che, oltre che per i guai interni, esca da Strasburgo con zero tituli, come diceva quel famoso allenatore. Che ne dice ?



Gino De Carli
Soranzen (BL)


Caro lettore, 
Salvini in questi anni e anche durante la campagna elettorale recente per le Europee ha duramente contestato, a torto o a ragione, la politica della Ue a trazione tedesca di questi anni. Ne ha fatto un suo cavallo di battaglia, attaccando a testa bassa la politica economica e criticando aspramente le ipocrisie europee sulla gestione dei migranti. Perché dunque avrebbe dovuto far votare al suo partito un candidato alla guida della Commissione Ue diretta emanazione di Angela Merkel e frutto di un accordo tra popolari e socialisti, cioè le due forze politiche che hanno guidato in questi anni l'Europa? 

Avrebbe forse potuto farlo se la neo presidente nel suo discorso al Parlamento europeo avesse fatto qualche apertura sui temi che stanno maggiormente a cuore alla Lega (sull'immigrazione per esempio), ma neppure questo è avvenuto. Anzi il giorno prima del suo insediamento Ursula von der Leyen si è rifiutata di incontrare il

rappresentante della Lega. Ora sappiamo che in politica la coerenza è spesso una categoria dello spirito, ma sarebbe stato davvero strano e difficilmente spiegabile anche ai propri elettori se in queste condizioni la Lega avesse votato il nuovo presidente della Commissione Ue. Dopodiché c'è un altro problema: le alleanze da cui la politica non può prescindere. E qui certamente Salvini e la Lega qualche riflessione devono farla. Non solo per ciò che riguarda l'Italia (dove ci sarebbe molto da dire) ma anche rispetto all'Europa. Il leader leghista non può illudersi che basti qualche buona relazione con alcuni leader sovranisti dall'incerta affidabilità come Orban o i rapporti preferenziali con Marine Le Pen per pesare a Bruxelles e a Strasburgo. Serve una strategia e occorre individuare la strada e le necessarie intese per perseguirla.
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Il Gazzettino