In cittadini non sbagliano a votare. Sono i partiti che non ne comprendono i bisogni

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Caro Direttore, leggo nella Sua risposta al lettore di turno che si vota sempre per questione di pancia. Detta così mi lascia piuttosto perplesso. Innanzitutto che cosa...

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Caro Direttore,
leggo nella Sua risposta al lettore di turno che si vota sempre per questione di pancia. Detta così mi lascia piuttosto perplesso. Innanzitutto che cosa vuol dire questione di pancia? Esclusivamente un problema economico? È come andare a pranzo ed accontentarsi solo del menù senza dare importanza alla conversazione e allo star bene insieme?

A me pare che la gestione della democrazia e del voto sia un po' più complessa: Vi entrano in gioco diversi fattori come la libertà, la sicurezza, la giustizia, l'essere padroni a casa propria (particolare che ha permesso di vincere le elezioni)... non sempre da considerare dei sottoprodotti del benessere economico. Che la patria sia dove si sta bene, come dice l'autore, può essere vero. Lo confermano la storia e soprattutto il gran fenomeno delle emigrazioni. Ma nello star bene gli ingredienti sono molteplici. Inutile elencarli. I criteri, poi, spesso non coincidono. Sarebbe interessante chiederlo a quelli della Brexit. Quasi sempre il tema è culturale e richiama la cosiddetta felicità. È, forse, essere poco pratici vedere le cose in questa prospettiva?

Luigi Floriani
Conegliano (Treviso)


Caro lettore,
è proprio come dice lei: la democrazia è un po' più complessa di come qualcuno vorrebbe farla apparire. Proprio per questa ragione ritengo che spiegare il voto del 4 marzo e il crescente successo di alcune forze politiche con le scelte di pancia dell'elettorato, sia un modo per non fare i conti con la realtà. E per giustificare i propri insuccessi dando la colpa agli elettori. I voti si contano e si interpretano, non si classificano. Non esistono elettori di serie A e di serie B: esistono cittadini che scelgono.

E forze politiche che sono in grado di comprendere i mutamenti della società e forze politiche che non ne sono capaci. Contrapporre un ipotetico voto di pancia a un altrettanto ipotetico voto di testa è una semplificazione banale e pretestuosa.


Gli elettori in larghissima maggioranza votano chi dà loro più affidabilità e chi ritengono tutelerà meglio i loro interessi concreti. O in qualche caso votano per far perdere qualcuno. Se non vogliamo dire che votano con la pancia, diciamo che scelgono soprattutto sulla base di pulsioni emotive e di investimenti sulla fiducia. La verità è un'altra: non sono i cittadini che sbagliano a votare, sono i partiti che sbagliano a leggere la società e a comprenderne i bisogni. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino