Per ora l'unica certezza è che voteremo nel 2018

Per ora l'unica certezza è che voteremo nel 2018
Caro Direttore, la nuova legge elettorale concordata in Commissione elettorale tra Pd, Fi, M5s e Lega plagiata maldestramente dal modello tedesco è saltata in aria al primo...

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Caro Direttore,
la nuova legge elettorale concordata in Commissione elettorale tra Pd, Fi, M5s e Lega plagiata maldestramente dal modello tedesco è saltata in aria al primo controverso emendamento votato alla Camera. Che sia stato un pretesto, si evince dalle prime dichiarazioni dei portavoce dei partiti che l'avevano concordata per l'empito dialettico usato nel contendersi la purezza d'intenti. L'errore tecnico, -non so quanto innocentemente commesso-, che ha reso palese la votazione che doveva essere riservata, ha evidenziato una serie di malumori all'interno degli schieramenti da mettere in dubbio che si possa rimediare all'infortunio. Seppure non ce n'era bisogno, l'episodio si aggiunge al disgusto già straripante verso la politica, ormai incapace di affrontare e risolvere le molte emergenze che stanno logorando la tenuta economico-sociale del paese. Da questa classe politica di inetti non possiamo aspettarci che altri guai, se gli elettori non troveranno l'orgoglio di prendere in mano il proprio destino dando loro una severa lezione elettorale purificatrice. La sbandierata governabilità come obbiettivo da raggiungere, come i fatti hanno dimostrato è l'ultima delle preoccupazioni di questa confraternita. Sosteneva André Malraux: Non si fa politica con la morale, ma nemmeno senza. Cordiali saluti.


Renzo Nalon 

Caro lettore,

ho sempre nutrito seri dubbi, che ho manifestato anche in questa rubrica, sulla grande intesa che si stava realizzando in Parlamento con l'obiettivo di varare una riforma elettorale alla tedesca. I dubbi non nascevano tanto da una generica sfiducia nella classe politica, quanto dal fatto che il vero e principale obiettivo di molti dei fautori della grande intesa non era dotare il Paese di un efficace ed efficiente sistema di voto, bensì di arrivare ad un accordo che consentisse di andare al più presto a votare. A settembre, chiedeva addirittura qualcuno. Un atteggiamento che ha portato a elaborare una riforma pasticciata e sottoposta a continui rimaneggiamenti e priva di un reale consenso parlamentare. Così, al primo ostacolo, la grande intesa è miseramente naufragata e la riforma elettorale continua ad essere una chimera. L'unica certezza è che voteremo nel 2018. Anche se non sappiamo ancora come. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino