Quell'inutile volgarità sul piccolo schermo sintomo anche della mancanza di talento

Quell'inutile volgarità sul piccolo schermo sintomo anche della mancanza di talento
Egregio direttore, da tempo mi domando perché il linguaggio in Tv si sia involgarito al punto tale da rendere spiacevole l'ascolto, forse non solo per la...

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Egregio direttore,
da tempo mi domando perché il linguaggio in Tv si sia involgarito al punto tale da rendere spiacevole l'ascolto, forse non solo per la sensibilità delle mie orecchie, ma penso anche a quelle di altri ascoltatori.


Che bisogno c'è di condire ogni frase con volgarità che nulla aggiungono al significato del testo. A mio avviso il linguaggio corrente, quello della strada, è meno volgare e scurrile di quello televisivo. Dove si vuole arrivare? Credo sia opportuno riflettere soprattutto da parte di chi è responsabile, a partire dai vari direttori, vice direttori, capi struttura ecc ecc ecc... pur senza invocare i casti tempi di Bernabei.
E perchè i vari Angela, Augias, Tozzi ed altri divulgatori scientifici si esprimono in tutt'altro lessico e stile, che la forza sia nei contenuti? Certo non si può vivere solo di scienza, ma allora rendiamo il meno scientifico anche meno volgare, non è poi così difficile, spero.
Lei che ne pensa?
Giancarlo Locatelli

Caro lettore,


naturalmente ciascuno di noi ha un metro di giudizio per definire i confini della volgarità. Ma in generale penso che il vero problema della televisione oggi non sia l'eccesso dì volgarità, ma la penuria di talento. Quando l'estro e le capacità difettano la tentazione di ricorre alla volgarità è troppo forte. La parolaccia, la pesante allusione sessuale, l'espressione crassa non sono altro che i mezzucci a cui si ricorre per riempire un vuoto di creatività, per catturare l'attenzione del pubblico, per trovare la facile risata o magari per cercare di creare il piccolo scandalo ed ergersi a vittima della censura. Il conduttore, il comico, l'ospite o il cantante che possono far leva sul loro genio artistico non hanno bisogno di piegarsi alla volgarità, alle cadute di stile e di contenuti. E anche quando fanno ricorso a un doppio senso o un' espressione un po' più forte lo fanno con la necessaria dose di leggerezza, buon gusto e intelligenza. Purtroppo queste sono qualità sempre più rare tra i tanti aspiranti cacciatori di fama che affollano il piccolo schermo. Pronti a tutto per guadagnarsi qualche secondo di notorietà o qualche like in più sui propri profili. E forse la vera volgarità è proprio questa. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino