Un'azione soltanto militare non può stabilizzare la Libia

Un'azione soltanto militare non può stabilizzare la Libia
Signor direttore, mi spieghi, per cortesia, in base a quale principio del diritto internazionale il signor (si fa per dire) Sarkozy, novello Napoleone Bonaparte, ha potuto...

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Signor direttore, mi spieghi, per cortesia, in base a quale principio del diritto internazionale il signor (si fa per dire) Sarkozy, novello Napoleone Bonaparte, ha potuto bombardare a suo piacimento la Libia, innescando così una micidiale guerra civile che ha provocato migliaia di morti compresi i governanti di quel paese. In base a quale principio di diritto, di etica e di morale, l' allora presidente della Francia fu autorizzato a mettere in atto una tale carneficina? I francesi non sono nuovi a procurare sciagure, basti ricordare la fine che fecero fare allo Scia di Persia (unico amico dell' Occidente), riportando trionfalmente in quel Paese la Guida Suprema religiosa custodita per anni in Francia.

Se fossi un Procuratore della Repubblica, da tempo avrei emesso un mandato di cattura internazionale nei confronti di quel signore, se non altro per onorare la memoria delle migliaia di morti che giacciono in fondo al Mediterraneo e per aver provocato l'esodo quasi quotidiano di centinaia e centinaia di disperati che vengono verso l' Italia e l'Europa per colpa della sua sciagurata condotta. Distinti saluti.
Vincenzo Caruso

Tarcento (Ud)

Caro lettore,
l'intervento in Libia del Marzo 2011 fu avviato da un attacco aereo francese contro le forze terrestri di Gheddafi a Bengasi. Ma l'iniziativa di Sarkozy, oltre ad essere appoggiata dagli USA che con il rais libico avevano parecchi conti da regolare, era autorizzata dalla risoluzione 1973 del consiglio di sicurezza delle Nazioni unite, tanto è vero che nei giorni successivi le azioni militari francesi, americane e britanniche sarebbero state unificate nell'ambito di un'operazione a guida Nato. Quindi l'azione di guerra dei francesi decisa da Sarkozy era legittima sul piano del diritto internazionale. Ciò non toglie che fosse sbagliata perché, per quanto discutibile da molti punti di vista e fortemente osteggiato da settori dell'opinione pubblica libica, il regime di Gheddafi era un elemento di stabilità nell'area e garantiva un equilibrio tra le varie tribù che compongono e controllano il Paese.
La Libia non è mai stato un vero e proprio Stato, bensì un'aggregazione di territori e di popoli alcuni dei quali storicamente nomadi. Lo stesso Gheddafi non era il Capo di un governo e neppure un dittatore in senso classico del termine, piuttosto era il leader di un'oligarchia intra-tribale che controllava gran parte, ma non tutta, della Libia. Uscito di scena il rais questo equilibrio è venuto meno ed è scoppiato il caos in cui hanno avuto buon gioco a inserirsi le organizzazioni vicine al Califfato e all'Isis.

In un contesto di questo tipo, un'azione esclusivamente militare, e non supportata in modo adeguato sul piano diplomatico e di intelligence, ieri come oggi, ben difficilmente può riuscire a raggiungere quegli obiettivi di stabilizzazione che sarebbero necessari in un'area tanti vicina all'Europa e tanto importante sul piano energetico.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino