L’Italia è il terzo contribuente dell’Ue può e deve avere un peso nelle decisioni

L’Italia è il terzo contribuente dell’Ue può e deve avere un peso nelle decisioni
Egregio direttore, mi permetta di essere critico anche nei suoi confronti. Lei, come la maggior parte dei suoi colleghi, si lagna che in questa faccenda greca, Francia e...

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Egregio direttore,

mi permetta di essere critico anche nei suoi confronti. Lei, come la maggior parte dei suoi colleghi, si lagna che in questa faccenda greca, Francia e Germania si siano riuniti soli soletti, per decidere il da farsi, tagliando completamente fuori l'Italia. Giusto, ma se ci fosse l'Italia, protesterebbe la Spagna e se ci fosse la Spagna, protesterebbero Olanda e Belgio, paesi fondatori (è già successo in materia di lingua di lavoro, con il risultato di una torre di Babele)


Allora, cosa fare? Saltare tutte le fasi preparatorie e passare alla convocazione dei 28 stati dell'Unione o ai 18 stati della zona euro

E finalmente i media avrebbero la possibilità di criticare i tempi biblici delle decisioni europee e criticare l'Europa. C'è un suo collega che ha addirittura evocato un quarto Reich. Non le pare che sia giunto il momento di essere un po' seri.

Germania e Francia sono le due anime dell'Europa, una Mediterranea, l'altra Prussiana, dall'Austria all'Estonia sul mar Baltico. Manca il Regno Unito, più Atlantico, ma troppo filo americano per poter interessarsi al continente. Quando queste due anime dell'Europa trovano un compromesso, trovano anche una soluzione accettabile per quasi tutti i paesi europei. E' un dato storico. Queste due grandi nazioni sono il motore dell'Europa.

La stampa dovrebbe riferire sui contenuti, non eccitarsi su sensibilità a fior di pelle. Mussolini fu invitato a Monaco, ma non fu un gran successo.

Infine se vogliamo parlare di solidarietà dovremmo forse smetterla di fare come i greci, sbraitando sulla Germania



Antonio Seguso

Lido di Venezia




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Caro lettore,

ciascuno ha la considerazione che crede del proprio Paese. Personalmente non mi sento affatto rappresentato in Europa dalla Francia del signor Hollande, un leader politico che anche nel suo Paese fatica ad avere una maggioranza relativa e che sfrutta lo scenario europeo per recuperare una credibilità interna sempre più evanescente.


Credo anche che una nazione come l'Italia, con 60 milioni e l'onere di terzo contribuente della Ue, possa e debba aspirare, in occasione di scelte strategiche per il futuro dell'Unione, ad avere un peso specifico e un ruolo superiori a quello della Spagna (che non è tra i paesi fondatori dell'Europa) o a quello di scudieri filo-tedeschi come sono sempre stati Olanda e Belgio di cui, infatti, non si ricorda posizione politica od economica diversa da quella di Berlino. Quindi nessuna lagna e nessuna eccitazione per l'esclusione di Renzi dal vertice Merkel-Hollande, bensì una franca e seria valutazione politica. Rafforzata dalla convinzione che, finora, questa Europa a trazione tedesca o franco-tedesca non ha dato grandi prove di sè. Fornendo invece molti argomenti ai detrattori e ai nemici dell'Europa e della moneta unica. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino