L'Europa non deve aspettare l'elezione di Trump per assumere un peso politico e militare autonomo

L'Europa non deve aspettare l'elezione di Trump per assumere un peso politico e militare autonomo
Caro Direttore, nell'analisi di oggi sul Gazzettino, Romano Prodi auspica una integrazione più forte per lEuropa che con Trump verrà abbandonata al suo destino e...

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Caro Direttore,

nell'analisi di oggi sul Gazzettino, Romano Prodi auspica una integrazione più forte per lEuropa che con Trump verrà abbandonata al suo destino e con Biden, alle prese con i problemi con la Cina, accantonata. Sorge allora il solito problema di una Europa forte che per forza di cose ha la Germania come capo fila. Una ipotesi che fa paura all'America e turba i sonni della Gran Bretagna. Quindi quale strada intraprendere per evitare che l'Europa esca di scena e con essa il suo immenso patrimonio culturale e civile, lasciando spazio a sistemi economici e politici che sono il frutto di esperienze nazionali con tutti i limiti che ne derivano?


Enzo Fuso
Lendinara (Rovigo)

 

Caro lettore,


è ancora presto per capire quale sarà l'esito della lunga campagna per le presidenziali americane, ma è assai prevedibile che una nuova ascesa di Donald Trump alla Casa Bianca cambierebbe in modo profondo gli equilibri internazionali e in particolare i rapporti tra Europa e Stati Uniti. Trump in passato ha infatti già più di una volta espresso l'intenzione di voler mandare all'aria gli impegni che sono racchiusi nella clausola di difesa reciproca tra Usa ed Europa stipulata nell'ambito dell'Alleanza Atlantica. Non è detto che se fosse eletto il leader repubblicano farà ciò che ha minacciato, ma il rischio esiste e avrebbe come conseguenza quella di lasciare l'Europa scoperta sul piano militare e senza il cappello protettivo garantito finora dagli Stati Uniti. Questa prospettiva, anche alla luce del conflitto in corso tra Russia e Ucraina, ripropone la necessità che il Vecchio continente si ponga concretamente il problema di darsi un assetto diverso da quello attuale, in particolare per ciò che riguarda la presenza di una Difesa e di una Politica estera europee. Come ciò possa accadere è un dibattito aperto da tempo, ma cui occorrerebbe trovare una soluzione senza attendere l'arrivo nella Sala Ovale di Trump o di un suo futuro emulo. Recentemente è stata avanzata l'ipotesi che l'Unione europea crei una propria colonna militare all'interno della Nato dotata di una propria autonomia operativa. In sostanza una forza militare costituita dai principali paesi europei interna alla Nato ma in grado cioè di muoversi anche autonomamente, sulla base di proprie scelte di politica estera. Può essere una strada. Del resto oggi l'Unione europea investe in Difesa tre volte la Russia, ma non è in grado di difendersi da sola. A dimostrazione che spesso ciò che mancano non sono solo le risorse economiche, ma la volontà politica e un'adeguata visione strategica. E questi sono limiti che in molti campi la Ue ha messo spesso in evidenza e che ne condizionano fortemente le capacità di movimento. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino