Caro Direttore, siamo un gruppo di dipendenti del Teatro la Fenice che, finalmente, dopo il lungo periodo di permanenza a casa, siamo tornati al lavoro. Il problema è che...
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siamo un gruppo di dipendenti del Teatro la Fenice che, finalmente, dopo il lungo periodo di permanenza a casa, siamo tornati al lavoro. Il problema è che la sera non abbiamo più treni per rientrare da Venezia. Pensavamo fosse un momento transitorio, dovuto alla difficoltà di ripartenza per il comparto ferroviario a causa della mancanza di studenti, di lavoratori e ancor più di turisti. Ma con l'entrata in vigore del nuovo orario ferroviario, lo scorso 14 giugno, ci siamo resi conto che i nostri treni non ci sono più. Un esempio? L'ultimo treno disponibile per Trieste è alle 21:01 e quello per Udine alle 21:13 anziché, com'era prima dell'emergenza sanitaria, alle 23:01. Già prima alcuni treni non fermavano a Preganziol creando disagio per alcuni di noi che dovevano recarsi a Treviso o Mogliano Veneto. E adesso è ancora peggio. Per noi è un grosso problema perché ora che stiamo ripartendo con opere e concerti che spesso finiscono dopo le 22 - ma il problema riguarda pure gli spettatori - siamo costretti ad usare mezzi propri, con tutto l'aggravio di spese considerato che veniamo dalla cassa integrazione Fis, per poter tornare a casa, senza contare che più macchine in strada comportano un aggravio dell'inquinamento e maggiori rischi di incidenti. La nostra richiesta è semplice: chiediamo che i vecchi treni serali vengano ripristinati al più presto e ci affidiamo al Gazzettino perché Trenitalia ponga rimedio a questa carenza.
Federico Garato, Loris Antiga Federico Geatti e altri 51 firmatari
Cari lettori,
raccogliamo il vostro appello e speriamo che Trenitalia ascolti le vostre richieste, ponendo rimedio, in tempi rapidi, a questa evidente falla nella programmazione serale dei collegamenti ferroviari tra Venezia e il Friuli Venezia Giulia. Ovviamente comprendiamo, come credo anche voi, le ragioni che hanno determinato questa situazione. L'emergenza sanitaria ha sconvolto tutto: abitudini, ritmi di vita, scadenze e, inevitabilmente, anche gli orari ferroviari. Trenitalia ha dovuto modificare e cancellare tratte e treni. Non poteva fare diversamente. Per evidenti ragioni di sicurezza e per non meno evidenti ragioni economiche. Ora però è il tempo della ripartenza. Per tutti. E questo sforzo deve essere comune. Deve certamente tener conto delle ragioni di bilancio, ma anche delle esigenze quotidiane delle nostre comunità. Come è appunto la vostra, quella dei lavoratori di una istituzione prestigiosa come il Teatro La Fenice. Da parte nostra restiamo in attesa di una risposta da parte di Trenitalia. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino