Bene i taxi gratis fuori dai locali per chi ha bevuto a patto che i ragazzi non ne approfittino per ubriacarsi

Bene i taxi gratis fuori dai locali per chi ha bevuto a patto che i ragazzi non ne approfittino per ubriacarsi
Egregio Direttore, mi ricordo di un viaggio fatto nel 1985 in Germania e Danimarca e, quello che mi sorprese di più, fu il loro sistema per limitare le morti giovanili...

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Egregio Direttore,
mi ricordo di un viaggio fatto nel 1985 in Germania e Danimarca e, quello che mi sorprese di più, fu il loro sistema per limitare le morti giovanili dovute a incidenti: taxi, oltreché auto e motociclette dedicate e adibite per chi avesse bevuto o per dei malori; inoltre, era cosa, per loro, abituale che uno della compagnia non avrebbe toccato nessun tipo di alcol per tutta la serata (o nottata), per cui questo ragazzo/a si sarebbe messo alla guida in sicurezza per tutti. Noto, finalmente, che anche qui da noi, con buon ritardo, introdurranno una cosa analoga a quei paesi europei: i taxi gratis fuori dai luoghi di aggregazione giovanile... Alla buon'ora!


Giorgio Ballarin


Caro lettore,


nei Paesi del Nord da molti anni in alcune città le municipalità si fanno carico di prevedere (e pagare)taxi fuori dai locali per gli avventori che hanno esagerato con l'alcol. Cioè quasi tutti e di ogni età. Un servizio certamente oneroso sul piano economico, ma quasi irrilevante se confrontato ai costi sociali e umani che comportano gli incidenti del sabato notte. Quindi l'idea del ministro Salvini di sperimentare per l'estate questo servizio in sei frequentate discoteche italiane, tra cui il Muretto di Jesolo, mi pare del tutto condivisibile e, superata la fase di prova, c'è da sperare che possa essere estesa a un maggior numero di locali. C'è però anche l'altra faccia della medaglia. Questa iniziativa va presentata e spiegata evitando che veicoli anche un messaggio sbagliato ai nostri ragazzi: bevete quanto volete, massacratevi pure di alcol (e magari di altro) tanto poi vi portano gratis a casa in taxi. Se così fosse, significherebbe decretare una sconfitta. Nostra, del mondo degli adulti prima ancora che di quello delle istituzioni. Equivarrebbe ad ammettere che non siamo in grado di educare i nostri figli e nipoti innanzitutto ad uso corretto e misurato dell'alcol; a far capire loro che ci può divertire anche senza superare ogni limite; a convincerli che la vita è anche qualcosa di diverso che annebbiarsi e perdersi negli eccessi. I ragazzi si aiutano (e si salvano) certamente evitando che si mettano al volante in condizioni disastrose, per se e per gli altri, ma anche educandoli a un concetto di vita sano e corretto. E questo è un compito che tocca innanzitutto alle famiglie.
 

 

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Il Gazzettino