Sulle stragi del mare tante parole (e polemiche) ma ancora nessuna soluzione concreta

Sulle stragi del mare tante parole (e polemiche) ma ancora nessuna soluzione concreta
Buongiorno Direttore, ho ascoltato le scuse e le spiegazioni che la Presidente del Consiglio ha dato in merito alla strage di migranti. Chiede se sia ammissibile che il Governo...

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Buongiorno Direttore,
ho ascoltato le scuse e le spiegazioni che la Presidente del Consiglio ha dato in merito alla strage di migranti. Chiede se sia ammissibile che il Governo abbia permesso la strage. Certo non ha detto lasciateli morire, ma le scelte sulla legislazione, sugli ingaggi delle Autorità preposte alla sorveglianza dei mari, l'assegnazione di porti lontano dalle zone operative chi le ha approvate? Nessuna assunzione di responsabilità. Lei che ne pensa?


Grazie dell'attenzione. La saluto cordialmente,
Gianluca Munerato


Caro lettore,


il 3 ottobre 2013 al largo di Lampedusa morirono 368 migranti. Un anno e mezzo dopo nel Canale di Sicilia ci fu una tragedia ancora più grave: il numero delle vittime in quel caso non è mai stato neppure accertato, ma i dispersi furono certamente alcune centinaia. Alla guida del Governo, in entrambi i casi, non c'era Giorgia Meloni e neppure il centrodestra. I ministri degli Interni avevano un diverso colore politico, le leggi sull'accoglienza e le norme che regolavano gli sbarchi portavano le firme di altri esponenti. Faccia una breve ricerca e ne scoprirà nomi e cognomi. Ma non mi sembra così importante. Personalmente come allora non ho pensato che quelle stragi fossero state provocate dai governi in carica, non lo penso neppure oggi. La realtà è che neppure coloro che ora si stracciano le vesti, in tanti anni di governo sono stati in grado di individuare una via d'uscita e a frenare l'immondo traffico di migranti in ingresso nel nostro Paese. Anche per questo sarebbe opportuno che si evitasse di imbastire speculazioni che servono forse a raccogliere qualche voto o a mettere in difficoltà il ministro di turno, ma certo non a risolvere uno dei più grandi drammi del nostro tempo. Che continuerà a rimanere tale se la politica, tutta, continuerà a considerarlo soprattutto un argomento per suonare la grancassa elettorale o per addossare le responsabilità di stragi e incidenti agli avversari. Almeno di fronte a tante vittime avremmo bisogno di un sussulto di serietà e di concretezza. Non di vacue polemiche. Utili certamente a riempire le pagine dei giornali e dei notiziari televisivi. Ma, come si vede, non a salvare vite umane né a individuare finalmente politiche di gestione civili ed efficaci dei flussi migratori. Finora non c'è riuscito nessuno. Né chi oggi governa né chi lo ha fatto in tutti questi lunghi anni. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino