Soldati europei a Kiev? Lo scivolone di Macron, presidente che spesso usa la politica estera a fini interni

Soldati europei a Kiev? Lo scivolone di Macron, presidente che spesso usa la politica estera a fini interni
Caro direttore, la Francia per bocca del suo Presidente Macron, nel corso del Summit per il sostegno a Kiev ha formulato la possibilità di inviare truppe occidentali in...

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Caro direttore,
la Francia per bocca del suo Presidente Macron, nel corso del Summit per il sostegno a Kiev ha formulato la possibilità di inviare truppe occidentali in Ucraina. Ha detto Macron che il fatto «non può essere escluso» ed ha aggiunto che «...tutto è possibile per raggiungere il nostro obiettivo». Un pericolosissimo cambio di passo del Presidente francese che non più tardi di due anni fa, ce ne rammentiamo, sosteneva che si dovesse dialogare con Putin. La ovvia risposta della Federazione Russa non si è fatta attendere, dicendo che, in tal caso, il conflitto tra Russia e Nato sarebbe "inevitabile". Per fortuna l'Italia e molti altri Paesi, in primis gli Stati Uniti, hanno esclusa questa evenienza. Care Amiche e cari Amici francesi pensateci voi: è materia vostra! Fossi però in voi, consiglierei rispettosamente al vostro Presidente di prendersi un congruo periodo di ferie e di riposo.


Renato Omacini


Caro lettore,


temo che il presidente Macron spesso usi con eccessiva disinvoltura, la politica estera a fini interni. Lo ha già fatto nella prima fase del conflitto quando, in piena campagna elettorale per ottenere la conferma alla guida dell'Eliseo, di fronte all'invasione dell'Ucraina da parte russa decise, in splendida solitudine, di indossare gli abiti del gran mediatore e sostenne la necessità di un dialogo, mai effettivamente concretizzatosi, con Putin. Lo fa oggi, a pochi mesi dalle elezioni europee per accreditarsi agli occhi dei suoi concittadini come un leader internazionale ed offuscare nel contempo la guida italiana del G7, ipotizzando un possibile intervento diretto di forze militari europee ed occidentali a fianco di Kiev. Un'ipotesi, non solo non facilmente praticabile ma anche azzardata e pericolosissima, non a caso subito esclusa dagli altri Paesi europei e anche dagli Stati Uniti. E la ragione è facilmente intuibile: una mossa del genere cambierebbe la qualità del conflitto e aprirebbe la strada ad un'escalation dalle conseguenze impensabili, coinvolgendo in modo diretto la Nato. La guerra si trasformerebbe in uno scontro continentale e globale tra Russia ed Europa. Proprio ciò che vorrebbero i falchi del Cremlino che spesso vagheggiano il ricorso ad armi atomiche. Il principio da cui parte il presidente francese è evidente: l'Ucraina, sostiene Macron, nel suo sforzo di difesa deve essere sostenuta e aiutata dall'occidente. Ma l'obiettivo deve essere quello di imporre a Putin una pace giusta e costringere i russi a ritirarsi dai territorio ucraini occupati. Non quello di estendere ulteriormente il conflitto. Oltretutto con un'Europa ancora priva di una difesa comune. Forse Macron farebbe bene a tenere a freno le proprie pulsioni elettorali e prima di affrontare temi così delicati dovrebbe contare fino a dieci. E poi stare zitto. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino