La scuola è degli studenti, ma la riforma non ne tiene conto

La scuola è degli studenti, ma la riforma non ne tiene conto
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Caro direttore,
memoria minuitur nisi eam exerceat affermava Cicerone (la memoria diminuisce se non la si esercita) circa 2000 anni fa. Ed il detto deve essere molto vero se é magicamente scomparsa in poche settimane la memoria di un Ministro della pubblica istruzione che da quanto si è letto sui giornali ha mentito sulla sua laurea in scienze sociali ed in tasca pare abbia si e no un diploma di maestra d'asilo e neanche la maturità, ma di tutto ciò pare non importi nulla a nessuno. Ora da padre di due figli in età scolare io sarei stufo di un Paese in cui il buon esempio per le nostre giovani leve viene costantemente sottaciuto, specie ed in particolare in un settore delicatissimo, ma ahimè molto bistrattato quale è la scuola. E quale esempio diamo agli studenti cittadini di domani con il valzer di professori che meritano un premio ad honorem per la massima competenza nel districarsi tra una 104 ed una aspettativa per non accettare lavoro e sedi a loro sgradite. E quale esempio dà la classe dirigente ministeriale e politica su tutto ciò! Uso le parole del Preside, Solesin, padre di Valeria: Buona scuola: buone intenzioni, ma gestite malissimo.


Francesco Cera
Padova


Caro lettore,

come disse Karl Marx di buone intenzioni è lastricata la strada dell'inferno. E un inferno si stanno rivelando questi primi mesi di anno scolastico per decine di migliaia di studenti alle prese con gli scandalosi valzer degli insegnanti. Qualche numero può servire a dare l'idea del vergognoso fenomeno: sono stati già oltre 250 mila i maestri e i professori che hanno cambiato cattedra quest'anno e due milioni e mezzo gli studenti vittime della girandola di incarichi. Un disastro concentrato quasi esclusivamente nelle regioni del Nord. Tullio De Mauro, il grande italianista recentemente scomparso, ricordava che «la scuola è degli alunni, non dei docenti e dei dirigenti. È per gli alunni e per le loro famiglie che la scuola vive ogni giorno; e ogni giorno tutto il personale scolastico opera nella scuola soltanto perché ci sono loro. È questa la centralità della scuola». Mi pare che la riforma della Buona scuola non ne abbia tenuto conto in alcun modo.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino