Ricordiamo tutti gli scandali della politica, ma questo grillino mina la loro sbandierata onestà

Ricordiamo tutti gli scandali della politica, ma questo grillino mina la loro sbandierata onestà
Caro direttore, da giorni si parla e scrive di alcuni esponenti grillini che non hanno versato la quota di stipendio prevista, come promesso dal movimento, al fondo per le piccole...

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Caro direttore,
da giorni si parla e scrive di alcuni esponenti grillini che non hanno versato la quota di stipendio prevista, come promesso dal movimento, al fondo per le piccole imprese: si tratterebbe di una decina di persone. Èchiaro che è una grossa mancanza, soprattutto perché i grillini hanno sempre propagandato la loro assoluta onestà, al contrario della casta. Bisogna però correttamente ricordare che la maggior parte dei grillini ha invece versato la quota, per un totale di 23 milioni di euro: non solo un grande aiuto per le piccole imprese, ma un grande esempio per i politici tutti. Questa mancanza comunque di pochi esponenti può avere per assurdo una grossa utilità nel far capire che i grillini non sono tutti unti del Signore e quindi perfetti, ma anche tra loro vi sono le cosidette mele marce, e quindi nessun partito ha e può avere l'onestà assoluta, visto anche che i meccanismi di selezione dei cinque stelle sono assai opachi. Allora finalmente che anche loro entrino nel gioco politico, eventualmente sporcandosi le mani, perchè non potranno mai governare da soli, perché mai ne avranno i numeri. Ciò detto è ovvio che i veri scandali sono altri: onorevoli che hanno un tasso di assenze oltre il 90 per cento (recordman è Ghedini avvocato berlusconiano e responsabile delle candidature, assente per il 99 per cento) e che comunque incassano uno stipendio principesco e se lo tengono tutto. E quindi si critichino pure i grillini furbi, ma non si dimentichino gli scandali davvero più vergognosi.

 
Mirka Rossetto 
Francesco Sinisi


Cari lettori, 

non si deve dimenticare nessuno scandalo. E non si deve neppure crocifiggere o condannare nessuno in assenza di prove certe. Il problema è un altro: il Movimento 5 Stelle ha fatto dell'onestà la sua bandiera, ha messo all'indice tutti gli altri partiti vantando la propria diversità e indiscutibile superiorità etica, costruendo su questo il suo successo e la sua identità. La vicenda dei rimborsi non è uno scandalo clamoroso, ma dimostra che gli unti del Signore non esistono neppure dalle parti di Di Maio e ci confermano nella convinzione che non basta un comico furbo e ricco a creare una nuova classe dirigente. Sulle competenze e capacità tecniche di tanti amministratori grillini era lecito nutrire di qualche perplessità. Almeno però sono corretti e onesti, si diceva. Ora anche questa non è più una certezza. Per carità, la politica italiana ci ha abituato a tutto. Figuriamoci se ci stracciamo le vesti per qualche furbetto a 5 stelle. Ma almeno che da qui in avanti evitino di ergersi a unici e ineguagliabili paladini dell'onestà. E nel frattempo magari imparino a fare meglio i bonifici. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino