Il problema delle sardine non è diventare o no un partito ma trovare altri obiettivi forti come la "difesa" dell'Emilia

Il problema delle sardine non è diventare o no un partito ma trovare altri obiettivi forti come la "difesa" dell'Emilia
Caro direttore, mi piacerebbe che i diversi partiti politici, invece di passare il tempo ad insultarsi ed a criticare l’avversario anche sul piano personale, si...

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Caro direttore,
mi piacerebbe che i diversi partiti politici, invece di passare il tempo ad insultarsi ed a criticare l’avversario anche sul piano personale, si confrontassero civilmente sulle tematiche più significative della nostra vita sociale facendo delle proposte concrete. Questa per me è la buona politica e la democrazia vera. Riguardo al movimento delle sardine, confesso che mi suscita indifferenza perché credo che non basta cantare “Bella ciao” o fare proclami contro il razzismo e il fascismo, perché credo che tutte le persone di buon senso siano d’accordo su questi valori. Ma, dietro a tutto ciò ho la sensazione che ci sia il vuoto assoluto nel senso che non ho sentito proposte costruttive per la scuola, la sanità, il lavoro ecc.. Per questa ragione sono come bolle di sapone: belle da vedere ma che si sgonfiano facilmente.

Carla Corona
Lozzo di Cadore (Belluno)

Cara lettrice,

le sardine hanno dato un contributo importante alla rielezione di Stefano Bonaccini in Emilia, mobilitando quell’elettorato di sinistra che, nel recente passato, aveva deciso di disertare le urne o di indirizzare i propri voti su M5s o su forze minoritarie. Ora si tratta però di capire quale sarà il loro futuro. Le sardine avevano un obiettivo dichiarato: non fare vincere Salvini e lo hanno centrato. Un successo indiscutibile, di cui anche il segretario del Pd Zingaretti ha dato loro atto. Ma in politica anche gestire i successi può rivelarsi molto complicato. Il tema non è tanto capire cosa faranno adesso le sardine, se cioè diventeranno un partito autonomo o entreranno nell’orbita del Pd. Il nodo da sciogliere sono gli obiettivi futuri che il movimento saprà darsi. La scelta di Salvini di andare all’assalto del “fortino” emiliano, ha offerto loro un’occasione pressocché irripetibile per il valore simbolico prima che politico che la disfida emiliana aveva assunto. Trovare altri obiettivi ugualmente forti e aggreganti non sarà affatto semplice. Ma è su questo che si dovranno misurare. Per non sparire. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino