La sanità veneta funziona ma le zone d'ombra ci sono

La sanità veneta funziona ma le zone d'ombra ci sono
Caro direttore, è bene conoscere la buona sanità, ma è anche doveroso denunciare la pessima. Eh sì, presidente Zaia, non ci si può vantare di essere i primi se poi...

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Caro direttore,

è bene conoscere la buona sanità, ma è anche doveroso denunciare la pessima. Eh sì, presidente Zaia, non ci si può vantare di essere i primi se poi all'ospedale di Asiago, pronto soccorso, si impiegano sei ore per fasciare a mia moglie una caviglia fratturata, e demandare al mattino seguente l'ingessatura nel reparto ortopedico: altre due ore e mezza. Premetto che l'ospedale di Asiago riceve, nel suo pronto soccorso, tutte le urgenze nel territorio dei sette Comuni; presumo siano migliaia. E a questi durante le vacanze si somma una moltitudine di turisti che spendono i loro sudati denari per l'economia montana. Lo sa, signor presidente, quanti medici stavano al pronto soccorso? Uno! Senza infermieri, aiutato solo da personale volontario, anziani della Croce Rossa.


I fatti. Accediamo al servizio alle 19; le persone in attesa sono una quindicina. Passiamo poi a registrare la pratica alle 19,32; alle 22,29 mia moglie viene chiamata ai raggi per essere dimessa alle 24,22, dopo una rapida fasciatura eseguita da un volontario. Il medico stava nell'altro ambulatorio: suturava una ferita; se non avessi alzato la voce, non l'avrei neanche visto! Se tutto questo dipende dal distretto di Bassano, allora caro presidente ne prenda atto. Ne ha facoltà anche per l'impegno politico promesso al rinnovo del suo mandato. Noi veneti l'abbiamo votata volentieri, per la seconda volta, soprattutto perché vogliamo essere considerati, non umili sudditi, ma cittadini di una Regione che tiene alto il valore dei propri contribuenti, non sminuendone la dignità.

Giuseppe Paccagnella



Abano Terme (Pd)



Caro lettore,


al di là delle polemiche pre e post elettorali e dei tagli attuati e minacciati dal governo nazionale, la sanità veneta era e resta un'eccellenza e insieme una garanzia per tutti i cittadini. Ma non mancano zone d'ombra e situazioni di criticità. Alcuni pronti soccorsi operano, soprattutto in taluni periodi, in condizioni di precarietà e di inadeguatezza e la sua personale vicenda ne è una riprova. No so se il presidente Zaia o l'assessore regionale alla Sanità Coletto avranno modo di leggere o di rispondere alla sua lettera, ma non c'è dubbio che quanto le è accaduto (sei ore per la fasciatura di una caviglia fratturata) non è un intervento all'altezza di un sistema sanitario eccellente. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino