L'eccesso di burocrazia blocca la transizione energetica serve una svolta culturale per puntare sulle rinnovabili

L'eccesso di burocrazia blocca la transizione energetica serve una svolta culturale per puntare sulle rinnovabili
Caro Direttore, sa come si potrebbe aumentare la produzione di energie rinnovabili in pochi giorni e a costo estremamente contenuto? Basterebbe incrementare gli addetti...

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Caro Direttore,
sa come si potrebbe aumentare la produzione di energie rinnovabili in pochi giorni e a costo estremamente contenuto? Basterebbe incrementare gli addetti all'allacciamento degli impianti finiti alla rete. Attualmente ci vogliono circa 4 mesi di attesa per collegare l'impianto fotovoltaico alla rete. In questi 4 mesi la produzione viene letteralmente buttata e con la carenza di energia attuale non mi pare veramente il caso. O forse, a pensare male, in questi 4 mesi qualcuno ci guadagna?


Gabriele Zago
Treviso

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Caro lettore,
se non riusciamo ad abbinare alla transizione energetica anche una transizione culturale, temo che nel nostro Paese molti degli sforzi e degli investimenti che si stanno facendo per ridurre la nostra dipendenza dai combustibili di origine fossile a favore delle fonti rinnovabili, risulteranno vani o richiederanno tempi lunghissimi. L'incomprensibile attesa di 4 mesi, che lei denuncia, per ottenere il collegamento alla rete di un impianto fotovoltaico è purtroppo solo un piccolo esempio di quello che sta accadendo e dei ritardi che si stanno accumulando in moltissimi casi. Perché prima ancora di collegarlo l'impianto bisognerebbe poterlo realizzare. E non è affatto semplice e scontato riuscirci. In Italia ci sono alcune centinaia di progetti, già finanziati, per produrre energia da fonti rinnovabili che giacciono in attesa di un via libera da parte di qualche ufficio. Sono bloccati dalla burocrazia, dai rimpalli tra ministeri, da carenze normative. O anche dai ricorsi di qualche immancabile comitato di cittadini contro.

Perché, come noto, tutti siamo assolutamente d'accordo che bisogna produrre più energia con il fotovoltaico o con l'eolico, purché però gli impianti non li costruiscano vicino a casa nostra. Naturalmente è evidente che ogni opera deve rispettare regole e leggi e essere compatibile con l'ambiente che lo circonda. Ma questo non può diventare il pretesto per non decidere, per dilatare all'infinito i tempi e bloccare progetti e investimenti. Salvo poi chiedersi perché mai negli altri paesi europei la quota di energia prodotta dalle rinnovabili sia così più elevata che in Italia.
 

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Il Gazzettino