Non basta qualche controllo o qualche poliziotto in più per evitare tragedie come quella di Riccione

Non basta qualche controllo o qualche poliziotto in più per evitare tragedie come quella di Riccione
Caro Direttore, l'avvenimento tragico delle due sorelle investite dal treno ad alta velocità, domenica scorsa, a parte della tristezza per l'accaduto mi ha fatto...

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Caro Direttore,
l'avvenimento tragico delle due sorelle investite dal treno ad alta velocità, domenica scorsa, a parte della tristezza per l'accaduto mi ha fatto fare alcune riflessioni. La disgrazia avrebbe potuto essere evitata con la prevenzione. Quando ero più giovane, viaggiavo molto coi treni. Ma allora le stazioni erano presidiate da molti agenti della Polizia Ferroviaria, che erano quasi sempre presenti sui marciapiedi in base al passaggio od alla fermata dei vari convogli. Invece in questi ultimi anni le stazioni sono state svuotate del personale ferroviario e della polizia. Insomma il problema della sicurezza è grave, per gli organici carenti, ma per risolvere il problema ci vogliono molti soldi e molti anni, e credo che la situazione resti come oggi, con le città sguarnite. E non bastano le telecamere.


Michele Pezzetti
Pramaggiore (Ve)


Caro lettore,


certamente gli organici delle forze dell'ordine sono carenti e inadeguati. Ma stiamo attenti a non coltivare l'illusione che basti aumentare il numero di poliziotti o carabinieri per risolvere i problemi delle nostre città, per sconfiggere le baby gang o per evitare tragedie incredibili e apparentemente incomprensibili come quella di Riccione. Rischiamo di essere vittime di un riflesso condizionato simili a quello che scatta quando di fronte a un crimine particolarmente violento o afferrato chiediamo pene più dure. Reazione comprensibile ma che, quasi sempre, evita di affrontare altri aspetti spesso più decisivi. Restiamo alla vicenda di Riccione. Dalle testimonianze sappiamo che queste due giovanissime ragazze (una doveva compiere 15 anni, l'altra 17) di ritorno da una nota discoteca erano arrivate alle 6 del mattino alla stazione di Riccione esauste come le ha definite chi le ha accompagnate. Un termine questo, esauste, dietro il quale può esserci stanchezza o anche altro. Non lo sappiamo ce lo dirà l'autopsia. A quel punto una delle due si sarebbe seduta sui binari ignara del pericolo e indifferente agli annunci del passaggio di un treno ad alta velocità. L'altra avrebbe cercato di convincerla a spostarsi. Inutilmente. L'arrivo del treno ha travolto tutte e due. È irrispettoso e sbagliato di fronte a una tragedia di questo genere esercitarsi in moralismi. Alcune domande possiamo e dobbiamo però farcele: è così normale che ragazze così giovani, una delle quali poco più che bambina, fossero alle 6 del mattino da sole in una stazione? È così normale che trascorrano la notte in discoteca a molti km da casa? È normale che fossero esauste? Se tutto ciò è normale, e purtroppo sempre più spesso lo è, allora dubito che basterà qualche poliziotto in più per evitare orrori simili. Qui è necessaria una riflessione più profonda sul senso della vita, della gioventù, dello stare insieme, del ruolo dei genitori e di quello dei figli. E la strada da fare è lunga. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino