​Il governo Renzi al capolinea? Più desiderio che realtà politica

​Il governo Renzi al capolinea? Più desiderio che realtà politica
Caro direttore, dopo un piccolo raffreddore già si canta il de profundis al governo Renzi. Di conseguenza, un qualsiasi uomo dotato di buon senso si pone la domanda: dove volete...

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Caro direttore,

dopo un piccolo raffreddore già si canta il de profundis al governo Renzi. Di conseguenza, un qualsiasi uomo dotato di buon senso si pone la domanda: dove volete che possa andare uno Stato, in cui il Parlamento vota la fiducia al governo e subito dopo, nel Transatlantico dei passi perduti, intona "libera me domine" di funerea armonia?




Ormai sono tanti anni che il voto anticipato è regola e quello di fine legislatura è l’eccezione. Se non si riscrivono le regole e non si modifica la nostra Costituzione, moriremo tutti di tisi emorragica. Renzi non è più il rullo compressore che doveva rinnovare l’Italia. La sinistra del suo partito ha cambiato rotta; oggi lo giudica sprezzante, autoritario, dispotico. E delle opinioni di Landini meglio non parlare. La sinistra continua ad avvelenare il clima.

È difficile dire quando gli irresponsabili del Palazzo prenderanno coscienza, di certo c’è la situazione che peggiora, la crisi che ristagna, l’euro che non offre garanzie e quelli che stanno a Roma si affannano su come disarcionare Renzi. È questa la nostra cara Italia?



Michele D’Adderio

Scorzé (Venezia)




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Caro lettore,

i "de profundis" che qualcuno sui giornali intona per il governo Renzi mi sembra che, per ora, appartengano più al mondo dei desideri che a quello della realtà politica. Oggi certamente la compagine guidata dall'ex sindaco di Firenze gode di un consenso meno granitico di qualche tempo fa; l'immagine del premier è meno smagliante e il suo governo mostra un po' di affanno nel riuscire a tradurre in realtà e in riforme tanti impegni presi e le tante promesse fatte. Ma la forza di Renzi è rappresentata anche dall'inconsistenza e dalla debolezza degli avversari, soprattutto di quelli che albergano dentro il suo partito o nelle immediate vicinanze.



Renzi potrà piacere o meno, ma il mercato della politica italiana non offre molte alternative all'ex sindaco fiorentino. Il centrodestra sta faticosamente cercando un suo futuro post berlusconiano, discetta di registi e goleador ma non ha neppure le idee chiare su quale formazione mettere in campo e con quale schema giocare. Anche per questo Berlusconi, pur stando all'opposizione, preferisce stringere patti con Renzi piuttosto che osteggiarlo e puntare alla caduta del suo governo. L'altro Matteo, cioè Salvini, è in forte crescita sul piano elettorale, ma, proclami a parte, deve consolidare il suo consenso prima di pensare di sfidare davvero il premier. Quanto ai nemici interni, Landini è un abile barricadero, Cuperlo gioca di sponda e cerca di ritagliarsi un ruolo di anti-Renzi all'interno del Pd, ma né uno né l'altro possono rappresentare un'alternativa di governo all'attuale inquilino di Palazzo Chigi. Ecco perché i de profundis sono poco credibili. Ed ecco perché le elezioni anticipate non mi sembrano così probabili e vicine. A meno che lo stesso Matteo Renzi non decida di far saltare il banco.

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Il Gazzettino