​Regioni, è necessaria una drastica riduzione

​Regioni, è necessaria una drastica riduzione
Caro direttore, la clamorosa astensione registrata alle ultime elezioni regionali è il modo scelto dagli elettori per comunicare il proprio malessere e la disaffezione verso la...

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Caro direttore,

la clamorosa astensione registrata alle ultime elezioni regionali è il modo scelto dagli elettori per comunicare il proprio malessere e la disaffezione verso la politica e le istituzioni per le quali non vogliono votare. Le regioni, travolte da scandali per falsi rimborsi spese, da derivati finanziari, da bilanci sanitari fuori controllo, incarnano il peggio della spesa pubblica mal gestita. La loro abolizione dovrebbe rappresentare una delle riforme più urgenti da fare per un Governo che ha fatto della spending review il proprio cavallo di battaglia.




Si risparmierebbero cento e passa miliardi di spesa sanitaria e di contributi a fondo perduto che oggi sono gestiti da venti diversi centri di spesa regionali che, una volta ricondotti sotto un unico centro statale, si ridurrebbero di colpo. Finirebbero così gli sprechi e le scandalose spese pazze dei consiglieri regionali stile Batman-Fiorito e si metterebbe fine alla concorrenza dei poteri tra Stato e regioni, che non ha prodotto nessun federalismo ma solo un accavallarsi e intrecciarsi di competenze, con continui ricorsi alla Corte costituzionale che hanno paralizzato di fatto la realizzazione di qualsiasi piano di opere pubbliche, piccole o grandi che fossero.



Renzo Bulbarella



Abano Terme (Padova)




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Caro lettore,

se in Italia dovessimo cancellare tutte le istituzioni o gli enti che, a diverso titolo, sono state macchiate da scandali, resterebbe ben poco. Le regioni da questo punto di vista non mi sembrano né peggio né meglio di altre realtà politico amministrative. C'è piuttosto un altro aspetto da considerare: in Italia esistono troppe regioni e alcune di loro hanno dimensioni ridicole, inferiori a quelle di una media provincia. Che senso hanno? Soprattutto quello di garantire bacini di consenso o poltrone da occupare.



È necessaria una semplificazione, 6-7 o massimo 10 regioni possono bastare. Ne guadagneremmo in efficienza e anche in autorevolezza delle regioni stesse. Ma temo che accadrà come per il numero dei parlamentari: ne parleremo a lungo, la politica si dividerà tra chi ne vuole tagliare un po' di più e chi un po' di meno e le regioni continueranno a rimanere tali e quali.

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Il Gazzettino