Il reddito di cittadinanza e le oscillazioni di Berlusconi sulla strada verso il Quirinale

Il reddito di cittadinanza e le oscillazioni di Berlusconi sulla strada verso il Quirinale
Egregio direttore, alla faccia della coerenza anche Berlusconi è d'accordo sul reddito di cittadinanza. Ma come, fino all'altro giorno i suoi esponenti auspicavano...

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Egregio direttore, alla faccia della coerenza anche Berlusconi è d'accordo sul reddito di cittadinanza. Ma come, fino all'altro giorno i suoi esponenti auspicavano che bisognava valorizzare il lavoro e non il divano. Forse che, per cercare di sostituire nel ruolo di inquilino del Quirinale Mattarella e conquistare i 5 Stelle va bene tutto?


R.G.

Caro lettore,


come diceva Oscar Wilde: « La coerenza è il rifugio delle persone prive di immaginazione». E l'immaginazione a Silvio Berluisconi non ha mai fatto difetto, nè in politica nè nel mondo degli affari. Battute a parte, è vero ciò che lei dice: in passato il fondatore di Fi e gli esponenti del suo partito hanno spesso criticato anche duramente il reddito di cittadinanza. Berlusconi lo aveva definito una «paghetta offensiva di 493 euro in media». Aggiungendo che «coloro che ricevono questi soldi non hanno mai trovato un posto di lavoro». In un altro caso aveva accusato i 5 stelle di aver «comprato i voti di tanti italiani poveri» istituendo il reddito di cittadinanza. Oggi scopriamo che sull'argomento sembra aver cambiato parecchio idea. In una recente intervista, parlando del reddito, il leader azzurro ha infatti chiosato: «Gli importi che sono finiti a dei furbi che non ne avevano diritto sono davvero poca cosa rispetto alle situazioni di povertà che il reddito è andato finalmente a contrastare». Una posizione che ha colto di sorpresa anche molti esponenti di Fi, ma che, con tutta evidenza, si inserisce nella marcia quirinaliziadi Berlusconi. L'ex premier aspira ad essere candidato per la Presidenza della Repubblica e pure a diventarlo. Ha quindi avviato una strategia dell'attenzione verso forze politiche lontane dalle sue posizioni. Con questa apertura di credito al reddito il Cavaliere è probabilmente convinto di riuscire a intercettare, se non l'immediato appoggio, almeno qualche corrente di simpatia nel mondo pentastellato. Una mossa spregiudicata che inevitabilmente è stata accolta con grande freddezza dagli alleati naturali di Berlusconi, cioè Lega e Fratelli d'Italia, sempre molti critici sul reddito di cittadinanza. Ma la corsa al Quirinale è da sempre lastricata di sorprese ed oscillazioni, oltreche di buone intenzioni. Ce ne saranno molte altre. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino