Il reddito di cittadinanza all'ex brigatista Saraceni è una vergogna e uno schiaffo in faccia a tutti noi

Il reddito di cittadinanza all'ex brigatista Saraceni è una vergogna e uno schiaffo in faccia a tutti noi
Caro Direttore, non ho mai condiviso la legge sul reddito di cittadinanza, che ho sempre considerato un incentivo a non cercare il lavoro; ora che il reddito è stato dato...

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Caro Direttore,
non ho mai condiviso la legge sul reddito di cittadinanza, che ho sempre considerato un incentivo a non cercare il lavoro; ora che il reddito è stato dato anche alla brigatista Federica Saraceni, condannata per l' omicidio del giurista Massimo D'Antona, mi piace ancora meno. Sembra quasi un vilipendio nei confronti del giuslavorista barbaramente assassinato. Tra l' altro, la brigatista condannata in via definitiva il 28.6.2007 a 21 anni e 6 mesi di carcere, si trova ai domiciliari e questo è un altro dei misteri della giustizia italiana.


Gino De Carli
Soranzen (Bl)


Caro lettore, 

l'assegno di 623 euro al mese erogato dall'Inps a una ex brigatista condannata in via definitiva a 21 anni e mezzo, è una vergogna assoluta. Uno schiaffo in faccia alle persone perbene, oltreche ai familiari di chi è stato assassinato dai terroristi. Ma è anche, da molti punti di vista, lo specchio del nostro Paese, delle sue anomalie e delle sue indecenze. Non so se esista un altro Stato al mondo che finanzi mensilmente chi, come Chiara Saraceni, ha dedicato parte della sua vita proprio all'obiettivo di distruggere lo Stato e i suoi uomini. L'Italia è riuscita a farlo dotandosi di una legge che lo consente. Ma, a parte questo paradosso autolesionista, c'è da chiedersi come sia possibile che una già molto discutibile legge, quella appunto sul reddito di cittadinanza, consenta che una pregiudicato, ancora agli arresti seppur domiciliari, possa incassare dallo Stato una assegno di sostegno mensile purchè dalla sua condanna siano trascorsi almeno 10 anni. E perchè solo 10 anni? Non era più giusto e ovvio escludere dal reddito di cittadinanza chiunque si fosse macchiato di gravi reati penali e, comunque, chiunque fosse ancora sottoposto a misura cautelare, cioè fosse in carcere o, come la ex brigatista Saraceni, agli arresti domiciliari? Come è possibile che se una persona ha ucciso o contribuito ad uccidere, ha violentato e rapinato possa essere stipendiato, senza far nulla, dallo Stato, purchè sia stato condannato almeno un decennio fa? Misteri della legislazione italiana. Anche la posizione assunta dall'Inps sulla vicenda è illuminante di come funzionano le cose nel nostro Paese. Il suo presidente ha spiegato che, lui non è d'accordo con l'assegno alla ex brigatista, ma la Saraceni ha i requisiti previsti dalla legge, quindi nulla osta a versarle il reddito di cittadinanza. Alle solite: la forma prima della sostanza. Il rispetto formale e cerimonioso delle regole, anche se sbagliate, prima dell'applicazione del buonsenso.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino