L'umanità non si può dividere in razze: la scienza ci ha spiegato che in realtà siamo tutti molto uguali

L'umanità non si può dividere in razze: la scienza ci ha spiegato che in realtà siamo tutti molto uguali
Egregio direttore, vorrei che qualcuno mi spiegasse il significato del termine razzista, perchè attualmente nell'uso comune viene impiegato come un'offesa, mentre...

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Egregio direttore,
vorrei che qualcuno mi spiegasse il significato del termine razzista, perchè attualmente nell'uso comune viene impiegato come un'offesa, mentre secondo me e, ritengo anche secondo l'uso comune, sta a significare colui che distingue una razza dall'altra. Tanto per fare un esempio al Festival di Sanremo hanno inserito tra le presentatrici una famosa sportiva di colore, ma guai a criticarla per ciò che ha detto o fatto, perchè scatta subito l'accusa di razzismo.


Alberto Tiozzo


Caro lettore,


l'uso comune che si fa di alcune parole non significa che esse, per come vengono utilizzate e per l'interpretazione che se ne dà, siano corrette. Questo è proprio uno dei casi. La parola "razza" riferita al genere umano non è solo impropria, ma sbagliata. Le razze semplicemente non esistono. Quindi ogni distinzione fatta sulla base del colore pelle o di un'altra caratteristica somatica è razzismo, cioè una forma di discriminazione. Su questo tema la scienza si è già espressa in modo chiarissimo e univoco: è impossibile, sotto il profilo biologico e genetico, dividere l'umanità in razze. Non esiste neppure la "razza umana". Per questa ragione, ad esempio, un paese come la Germania alcuni anni fa ha cancellato questa parola dalla propria Costituzione. Naturalmente ciò non significa che tra gli individui che compongono la specie umana non ci siano differenze. Esistono, sono evidenti e numerose: il colore della pelle, il colore o il taglio degli occhi, l'altezza media o anche la diversa sensibilità rispetto ad alcune malattie e molto altro ancora. In passato questi elementi, sulla base di conoscenze piuttosto approssimative, giustificavano la convinzione che l'umanità fosse divisibile in gruppi omogenei diversi gli uni dagli altri. Razze, appunto. Tuttavia la scienza moderna e lo studio del Dna hanno chiarito, senza ombra di dubbio, che questa divisione non stava in piedi. Le differenze che riscontriamo all'interno della specie umana, tra un bianco o una persona di colore o un orientale, sono in realtà sfumature determinate dal luogo in cui si è vissuti, dalle varie contaminazioni susseguitesi nel tempo o da altri numerosi fattori. La diversità è una caratteristica della specie Homo sapiens: ogni essere umano è un organismo unico e irripetibile. Ma le razze non esistono: a separarci dagli altri esseri umani è una percentuale minima del genoma (cioè della nostra carta d'identità genetica). In media ogni uomo è biochimicamente simile a un altro uomo per il 99,5% e ogni popolazione mantiene al suo interno poco meno del 90% delle variabilità genetiche presenti nella specie umana. Per questo si parla di razzismo e per questo non si può e non si deve distinguere le persone in base alla razza. Nella realtà siamo tutti molto più uguali di quello che crediamo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino