Inchinarsi contro il razzismo è un gesto importante. Ma deve essere libero. Da imposizioni e conformismi

Inchinarsi contro il razzismo è un gesto importante. Ma deve essere libero. Da imposizioni e conformismi
Egregio direttore,  ho sentito in televisione che il segretario del Pd Enrico Letta ha rimproverato i calciatori della nazionale azzurra perchè, prima della vittoriosa...

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Egregio direttore, 
ho sentito in televisione che il segretario del Pd Enrico Letta ha rimproverato i calciatori della nazionale azzurra perchè, prima della vittoriosa partita con il Galles, non si sono messi in ginocchio contro il razzismo, secondo l'ormai famoso gesto di protesta importato dagli Stati Uniti e molto diffuso negli Usa tra gli sportivi. Per essere più precisi: alcuni dei nostri calciatori fatto l'inchino (cinque, mi pare di ricordare), altri invece no, sono rimasti in piedi. E a questi è arrivata la sonora tirata d'orecchi del capo del Pd che li ha fermamente invitati (vorrei quasi dire: ha loro ordinato) la prossima volta a inginocchiarsi tutti. Non so cosa accadrà sabato prossimo prima della partita contro l'Austria. Staremo a vedere. Però pur avendo votato più di una volta per il partito dell'onorevole Letta, devo dire che queste sue parole mi sono sembrate un'invasione di campo. E la cosa non mi è affatto piaciuta.


Alfiero Bellan
Treviso 

Caro lettore, 


penso che il segretario di un grande partito politico dovrebbe occuparsi d'altro. Soprattutto dovrebbe preoccuparsi della necessità che nel suo Paese sia garantita la più ampia libertà di azione e di pensiero. In ogni campo. Anche in quelli di calcio. Inginocchiarsi per esprimere la propria solidarietà al movimento Black Lives Matter nato negli Stati Uniti e diffusosi poi in tutto il mondo, è un'opportunità e un diritto. Non può diventare un'imposizione nè una sorta di obbligo morale magari fortemente consigliato dal capo partito di turno. Anche perchè, se così fosse, quel gesto perderebbe tutto il suo alto significato civile e culturale. Ai cinque giocatori della nazionale italiana che hanno scelto di inginocchiarsi va il nostro plauso. Ma crediamo si possa essere contro il razzismo ed esprimere il proprio no alle discriminazioni anche stando in piedi o abbassando rispettosamente la testa bassa o applaudendo come hanno fatto alcuni dei nostri calciatori che hanno scelto di non inginocchiarsi. Soprattutto, siamo convinti che si possano combattere le proprie battaglie ideali ed essere anti-razzisti senza necessariamente omologarsi. Senza fare ciò che fanno gli altri perchè questo prevede l'etichetta politicamente corretta più in voga. Non mi pare la pensi allo stesso modo il segretario del Pd. Secondo lui i calciatori azzurri hanno fatto una «brutta» figura. Tutti, nessuno escluso, dovevano (e dovranno) inginocchiarsi. Esattamente, ha sottolineato, come hanno fatto gli undici giocatori gallesi. Già: poichè lo fanno tutti, dovete farlo anche voi. Altrimenti, inevitabile conseguenza, sarete catalogati fra i cattivi. Ma questo non significa inchinarsi contro il razzismo. Significa inginocchiarsi al conformismo e alle ipocrite convenienze del momento. La guerra alle discriminazioni, anche nello sport, è una cosa troppo seria e importante per farne materia di facile propaganda. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino