La Rai attuale è troppo faziosa? Una polemica che gronda ipocrisia

La Rai attuale è troppo faziosa? Una polemica che gronda ipocrisia
Caro direttore, il primo telegiornale che guardo alla sera alle 19.00 è trasmesso da Rai 3, poi a seguire anche gli altri. Neanche le trasmissioni di radio Praga degli anni...

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Caro direttore,

il primo telegiornale che guardo alla sera alle 19.00 è trasmesso da Rai 3, poi a seguire anche gli altri. Neanche le trasmissioni di radio Praga degli anni 1950 erano così faziosi. E poi si lamentano della scarsa pluralità.


Dario Verdelli
Villorba


Caro lettore,


ciascuno ha le proprie opinioni su ciò che vede e ascolta in tv. E se non è di suo gradimento o lo ritiene eccessivamente fazioso ha pur sempre la possibilità di cambiare canale: l'offerta non manca. Ma aldilà di questo, mi pare che sulla Rai si stia animando un dibattito che gronda ipocrisia. L'opposizione, che ieri ha fatto una manifestazione con la segretaria del Pd Schlein davanti ai cancelli della Tv pubblica, e una parte degli osservatori lamentano che l'attuale Rai sia troppo vicina al governo di centrodestra e contesta il fatto che la maggioranza di centro destra avrebbe posto nei ruoli di comando persone politicamente e culturalmente troppo affini ad essa. Per qualcuno, com'è ovvio, si tratta di critiche del tutto pretestuose, altri hanno invece coniato polemicamente il nomignolo Telemeloni proprio per sottolineare questo, a loro modo di vedere, nuovo corso della Rai piegato alle volontà del capo del governo. La realtà è un po' diversa. Nonostante il calo di telespettatori registrato negli ultimi anni, la Rai parla ogni giorno a una media di 8milioni di persone che raggiungono i 20 milioni in alcune occasioni nella cosiddetta prima serata. Una quantità enorme di cittadini e di elettori. Per questo ogni maggioranza di governo, non appena si insedia, interviene sulla tv pubblica, cercando di orientarne la linea editoriale in modo ad essa più favorevole, nominando nuovi direttori dei Tg, sostituendo manager e capi struttura, individuando figure diverse da quelle in carica per i ruoli più strategici, come il direttore generale e l'amministratore delegato. Ovviamente, in una logica di perfetta lottizzazione, anche alle forze politiche di opposizione viene sempre lasciato un po' di spazio e concessa la possibilità di nominare professionisti al vertice di qualche Tg o di alcune aree aziendali. E' sempre accaduto così. Con qualsiasi maggioranza di governo. Anzi sono stati soprattutto i partiti di sinistra, con le ultime riforme della governance della Tv pubblica, a rendere ancor più solida che in passato la "presa" dei partiti sulla Rai e questo ha consentito loro di presidiare a lungo con persone di propria fiducia gli snodi chiave della televisione di Stato. Dunque coloro che oggi dall'opposizione protestano per la vera e o presunta faziosità della Rai non sono granchè credibili. Per esserlo dovrebbero proporre che politica e partiti uscissero completamente dalla tv pubblica. Ma possiamo starne certi: non lo faranno mai. Nè loro nè gli altri. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino