Prostituzione, la vergogna non sta nel raccontare la realtà

Prostituzione, la vergogna non sta nel raccontare la realtà
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Buongiorno direttore ,

compro Il Gazzettino tutti i giorni e sono veramente irritata dagli articoli sulla vostra inchiesta prostituzione.
Anche se siamo a conoscenza di cosa avviene, quale esempio date alle ragazze che si fanno in quattro per studiare per avere un posto di tutto rispetto in questa società maschilista e poi leggono che una escort ha un pacchetto clienti di 800 clienti e naturalmente non paga le tasse?

È una vergogna! Dovete dare esempio di dignità alle donne e rispetto e incentivare il senso civico di una sana professionalità. Le escort ci sono e sempre ci saranno ma pubblicare addirittura due facciate ed intervistare una persona che vive nel nostro paese non pagando le tasse che dovrebbe pagare è proprio troppo! I nostri giovani hanno bisogno di stimoli positivi per fare delle scelte difficili ma sane.

Federica Carminati
Martellago



Cara lettrice,
la sua irritazione merita, ovviamente, tutta la nostra attenzione e considerazione. Tuttavia, mi permetta di farle osservare che per comprendere una realtà, giudicarla e provare magari a cambiarla occorre prima conoscerla.
Noi non abbiamo elevato a modello nessuna escort. Ci mancherebbe altro. Abbiamo provato invece a raccontare un mondo che certamente non è portatore di valori positivi, ma che fa pur sempre parte della società in cui viviamo. Chiudere gli occhi, fingere che non esista, ignorare le crescenti dimensioni, anche economiche, di questo fenomeno non serve a nulla.

Non aiuta certamente nessuna brava ragazza a trovare un lavoro gratificante e non serve neppure a dare più dignità alle donne o ridurre il tasso di maschilismo della nostra società. In questo come in altri casi, fare i conti con la realtà è spesso un esercizio faticoso, ma utile. La vergogna non sta nel racconto delle cose. Ma nella loro esistenza.
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Il Gazzettino