Il Gazzettino riportava nei giorni scorsi questa notizia: Bergamo stop del preside: no al presepe che rischia di discriminare il 30% degli alunni. A mio avviso vietare il presepe...
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Mario Morara
Mira (Venezia)
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Caro lettore,
lasciamo pure perdere le vacanze natalizie che, almeno nel mondo occidentale, sono tali ad ogni latitudine per atei e credenti. L'aspetto sconcertante ed anche inquietante della vicenda che lei ricorda sta nell'idea che per rispettare le altre culture e religioni sia necessario rinunciare alle proprie e rinnegare le tradizioni. Non è affatto così. Il "divieto al presepe" è solo una discriminazione al contrario che non aiuta né il dialogo né l'integrazione, ma anzi sottolinea le differenze, scava solchi invece che avvicinare mondi diversi, che dovrebbero conoscersi per quello che sono e rappresentano.
Fare il presepe non equivale a compiere un atto contro qualcuno: è l'affermazione della propria identità nel rispetto di quella degli altri. Purtroppo una parte del mondo occidentale e cristiano è vittima di un pensiero debole che confonde il dialogo e la tolleranza con l'indifferenza e la subalternità. E' preoccupante che a farsi condizionare da questo deleterio atteggiamento culturale ci sia anche un preside. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino