Il presidente dei liberali Ue che ha definito Conte un burattino, è il burattinaio che voleva allearsi con M5s

Il presidente dei liberali Ue che ha definito Conte un burattino, è il burattinaio che voleva allearsi con M5s
Caro Direttore, il presidente della Repubblica, oltre ad essere il garante della Costituzione, non dovrebbe anche difendere l'onorabilità, l'immagine e il prestigio...

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Caro Direttore,
il presidente della Repubblica, oltre ad essere il garante della Costituzione, non dovrebbe anche difendere l'onorabilità, l'immagine e il prestigio della sua e nostra Patria? E allora perché permette e accetta che personaggi stranieri continuino a sbeffeggiare e umiliare i nostri legittimi rappresentanti e con essi il Paese tutto? Grande disprezzo sento e nutro per quei pseudo italiani che, ogni qualvolta l'Italia viene denigrata, si pongono a sostegno di coloro che ci insultano; vergogna nazionale di squallidi individui non degni di essere cittadini di una Italia che, se non ci fossero loro, sarebbe più rispettata e onorata. Se lei signor presidente Mattarella volesse intervenire per far finire questo sconcio Le saremmo molto grati.


Rinaldo Rinaldi
Padova


Caro lettore,

credo che il Presidente della Repubblica nei modi opportuni e consoni al suo ruolo avrà fatto e farà conoscere il disappunto dell'Italia per le affermazioni quantomeno inopportune uscite dalla bocca di alcuni esponenti politici europei, ultimo in ordine di tempo il liberale belga Guy Verhofstadt. Sinceramente trovo inaccettabile che in un consesso internazionale come l'Europarlamento, un presidente del Consiglio, a qualsiasi coalizione di governo appartenga, venga definito burattino e credo che nessuno dovrebbe compiacersene. Ma non darei neppure molta importanza ad alcuni di questi tribuni anti-italiani, la cui storia politica non mi pare li faccia assurgere al ruolo di statisti. Verhofstadt, che oggi si scaglia contro il premier italiano e la maggioranza di governo Lega-M5s, è lo stesso che nel 2017 cercò di portare il Movimento 5 Stelle nell'Alde, il raggruppamento liberale al Parlamento europeo di cui lui è presidente. Un'operazione piuttosto spregiudicata, da burattinaio verrebbe da dire, che rientrava nella strategia messa in atto dal politico belga per diventare presidente del Parlamento europeo. Gli europarlamentari di Alde bocciarono però l'intesa con M5Ss sostenuta da Verhofstadt e il nostro uomo restò con il cerino in mano. Mentre alla Presidenza del Parlamento Ue andò l'italiano Antonio Tajani. Forse anche questo aiuta a spiegare lo scomposto intervento di Verhofstadt contro l'Italia di qualche giorno fa. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino