La sinistra appare troppo lontana dalla gente e i ritocchi di immagine non bastano

La sinistra appare troppo lontana dalla gente e i ritocchi di immagine non bastano
Egregio direttore, ho letto ciò che ha scritto il signor Vicentini sulle difficoltà del Pd e più in generale della sinistra italiana e le sue proposte per...

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Egregio direttore,
ho letto ciò che ha scritto il signor Vicentini sulle difficoltà del Pd e più in generale della sinistra italiana e le sue proposte per superarle. Da ex elettore di sinistra, mi sembra che la crisi della sinistra, non solo di quella italiana, sia ben più profonda e complessa e non basteranno alcuni correttivi e ritocchi di immagine per superarla. Anche il risultato elettorale in Grecia mi sembra lo confermi. Lei cosa ne pensa?

Luca Pavan
Padova


Caro lettore,
sul presente e il futuro della sinistra sono state versati fiumi di inchiostro e altri se ne verseranno. Ma il nodo centrale credo stia nell'incapacità dei partiti cosiddetti progressisti - non solo italiani - di parlare al popolo, di trovare una sintonia, anche sul piano comunicativo, con i ceti meno abbienti e meno tutelati, cioè proprio con quei mondi che sono stati per decenni il mondo di riferimento della sinistra. Di fronte alla crisi che ha sconvolto l'Occidente, i movimenti eredi della tradizione socialdemocratica appaiono a larghe fasce della popolazione, troppo distanti dai problemi reali, più attenti ai diritti di minoranze che ai bisogni delle maggioranze. Anche per questo nella percezione di molti la sinistra viene accomunata alle élite, alle aristocrazie economiche e sociali. Una crisi prima culturale che politica, che i movimenti di destra hanno colto perfettamente, accendendo i riflettori su temi come la sicurezza, l'immigrazione e la perdita di potere d'acquisto del ceto medio, ampiamente sottovalutati dai partiti progressisti, e rivolgendosi all'opinione pubblica con un linguaggio più diretto e vicino al sentire popolare. Finora la sinistra, con poche eccezioni, è sembrata non essere in grado di prendere atto di questa realtà, rifugiandosi in letture ideologiche, agitando i fantasmi di derive autoritarie o facendosi sedurre da effimere leadership (Greta e Carola sono solo gli ultimi due esempi). Tutte scorciatoie per evitare di fare davvero i conti con la propria crisi e con un mondo che è profondamente cambiato. E pone tutta la politica di fronte a nuove emergenze. Prima fra tutti il processo di inarrestabile impoverimento e di perdita di benessere da parte di milioni di persone. Una deriva che ha cambiato non sola condizione economica, ma anche la percezione dei problemi e delle priorità di tante persone. 

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Il Gazzettino