Si racconta che, al termine della prima predica di Albino Luciani, neo eletto patriarca di Venezia, nella basilica di san Marco, un monsignore abbia esclamato: “Roba da...
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Ora, non di rado, capita di leggere o ascoltare discorsi pieni di parole difficili o in inglese, come un gergo per gente studiata. Una domanda allora per queste persone che seguono questa moda (giornalisti, uomini pubblici, predicatori, ecc...): “Ma a voi interessa davvero farvi capire dalla gente o che altro avete in testa?”
Stessa domanda andrebbe fatta ai conduttori delle "chiacchierate" in Tv, dove i partecipanti si interrompono continuamente e gli ascoltatori finiscono con non capire niente. Qualcuno ci ascolterà?
Natale Trevisan
Caro lettore,
ascoltando certi dibattiti televisivi, l'impressione che danno alcuni protagonisti particolarmente verbosi e dialetticamente aggressivi è di non essere affatto interessati ad ascoltare ciò che dicono gli altri partecipanti al confronto e neppure smaniano per convincerli delle loro ragioni. Vogliono solo bucare il video, marcare il territorio, imporsi non importa come e a quale prezzo. Qualcuno li ascolterà? Per loro è tutto indifferente, basta essere visti e possibilmente ricordati. Il loro obiettivo è ritagliarsi uno spazio, piccolo o grande che sia, nell'immaginario collettivo. O almeno aver l'illusione di esserci riusciti. È stato scritto che la nostra è la società della comunicazione globale. Ed è assolutamente vero. Ma è anche la società in cui in tanti si parlano addosso, chiusi nel loro circuito autoreferenziale e nel loro egocentrismo. Per nulla interessati a comunicare davvero con gli altri, ma ad imporsi. Purtroppo, per noi e per loro, dietro tante parole è davvero difficile intravedere parvenze di pensiero. Che è ciò che manca al nostro tempo. Dove molti parlano senza dire niente. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino