Caro direttore, sono fra coloro che non è andato a votare domenica. Non l’ho fatto perchè ero in altre faccende affaccendato, ma per una scelta precisa. Mi...
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Luigi Zanon
Padova
Caro lettore, in particolare per ciò che riguarda il Veneto, mi sembra di poter dire che il Partito democratico nazionale sia stato sopraffatto dagli eventi. Nonostante i segnali che arrivavano dal territorio, prima fra tutti la decisione del Pd regionale veneto di schierarsi a maggioranza per il Sì al referendum, il principale partito italiano non ha capito ciò che stava accadendo in Veneto e anche in Lombardia. Ho sottovalutato il referendum e il suo possibile valore politico. Non ha neppure deciso di contrastarlo. Ha assunto una posizione passiva, da spettatore disinteressato. La linea del “voto inutile” scelta damolti dirigenti e dallo stesso Renzi, è stata la diretta conseguenza di questo atteggiamento di disattenzione. Una volta conosciuti i risultati del voto di domenica, lo stesso Renzi, dimostrando ancora una volta intelligenza politica e abilità manovriera, ha immediatamente corretto la rotta parlando di risultato referendario importante, che non va minimizzato ma anzi preso sul serio. E ha lanciato l’ipotesi di un patto sulle tasse. E’ difficile valutare se questo basterà a far rientrare in gioco il Pd anche perchè ampi settori del partito non sembrano aver recepito il cambio di marcia deciso dal segretario nazionale. Ma la questione più importante è un’altra: ancora una volta il Pd è apparso distante dal profondo sentire del Nord del Paese e d a quello di molti suoi stessi elettori. Non è stato in grado nè di ascoltare nè di interpretare malesseri e domande di cambiamento. E questo non è un problema di poco conto per un partito che aspira a governare l’Italia. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino