La sfida di Bergoglio in un mondo che cambia è una Chiesa che non parli solo a cattolici e cristiani

La sfida di Bergoglio in un mondo che cambia è una Chiesa che non parli solo a cattolici e cristiani
Caro Signor Direttore, da cristiano cattolico sono sgomento per le esternazioni e per certe iniziative da parte delle alte...

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Caro Signor Direttore,

da cristiano cattolico sono sgomento per le esternazioni e per certe iniziative da parte delle alte sfere della nostra religione, tipo "il Vangelo non è distillato di verità" per citarne una. Sembra che si comportino come il titolo del libro del Generale Vannacci "Il mondo al contrario", sfatando completamente ciò che era alla base del nostro credo da oltre duemila anni. Ci si chiede perché mancano le vocazioni, con i pochi sacerdoti che devono reggere molteplici parrocchie stante la mancanza di preti, e i fedeli sempre in minor numero nel frequentare i sacramenti: è la sacrosanta verità, d'altro canto a cosa devono credere? Forse in Vaticano e in seno all'Episcopato Italiano è in atto la "rottamazione" del Vangelo e l'insegnamento di Cristo?


Celeste Balcon


Caro lettore,


una delle cifre della nostra epoca è la rapidità dei cambiamenti oltre che la loro profondità. Nella storia recente non era mai accaduto che i sistemi relazionali, sociali, produttivi e finanziari fossero investiti in così breve tempo da autentiche rivoluzioni. Anche la Chiesa si trova a fare i conti con questa realtà e la sua tradizione millenaria non sembra più essere sufficiente a metterla al riparo da tensioni e contrapposizioni laceranti che caratterizzano in modo sempre più evidente il mondo cattolico a molti livelli. Dinamiche che non rappresentano certo una novità nella storia della Chiesa, ma che oggi esplodono con una maggiore evidenza pubblica. L'azione riformatrice che, sin dal suo insediamento, Bergoglio ha impresso al proprio pontificato va del resto in una direzione abbastanza chiara: la Chiesa di Francesco è un cantiere aperto e in costante evoluzione, dove le innovazioni sul piano del linguaggio ma anche della dottrina, delle tradizioni e dei comportamenti degli stessi prelati si susseguono senza soluzioni di continuità. Anche le parole di Zuppi ed alcune novità introdotte, seppur dopo lunghe mediazioni, dal recente Sinodo, vanno lette in questa chiave. Che tutto ciò, come sta accadendo, possa creare divisioni profonde ai vertici della Chiesa e spiazzare o disorientare molti fedeli è naturale e inevitabile. Ma mi sembra di poter dire che non ci sia alcuna intenzione da parte del pontefice argentino di fermare o frenare questo percorso. Anche a costo di essere accusato dai settori più conservatori della Chiesa di blasfemia o di attentati alla dottrina. Perché la sfida globale di Bergoglio è quella di una Chiesa rinnovata che vuole e che sappia parlare al mondo intero, non solo ai cattolici e ai cristiani. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino