L'introduzione di regole e divieti per la pandemia non significa Proibizionismo ma Responsabilità

L'introduzione di regole e divieti per la pandemia non significa Proibizionismo ma Responsabilità
Egregio Direttore, leggo nell'edizione odierna del Gazzettino che le autorità comunali e di pubblica sicurezza preparano nuove misure repressive da applicare nei...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Egregio Direttore,
leggo nell'edizione odierna del Gazzettino che le autorità comunali e di pubblica sicurezza preparano nuove misure repressive da applicare nei weekend a Venezia: divieto vendita di alcoolici dopo le 14.00, potere di pubblica sicurezza per il sindaco metropolitano, e altre. Visto che ci piace inspirarci al modello americano, è bene ricordare cosa fu Il Proibizionismo degli inizi 900 in quel paese. È vero che favorì la diffusione della musica jazz, ma anche il fiorire dei gansters a Chicago. Siamo sicuri che i nostri nuovi bulli del weekend non siano un po' figli dei loockdown? Non è così facile dipanare il rebus tra il uovo e la gallina. La strada della repressione e di facile presa, ma di paradossali conseguenze.


Hugo Marquez
Venezia


Caro lettore,


non parlerei di Proibizionismo ma di Responsabilità. Purtroppo, ci piaccia o meno, il virus è sempre tra di noi e severe regole di comportamento e divieti sono inevitabili per evitare che circoli ancora di più. Oggi come ieri. È una necessità. Non un'opzione. E richiede a tutti noi, a qualunque età, senso di responsabilità e consapevolezza. Dopodiché è evidente che lo spirito, la disponibilità ad accettare talune restrizioni siano oggi molto diverse e assai meno convinte rispetto a un anno fa. Siamo passati dall'ottimismo del ce la faremo, andrà tutto bene alla frustrazione del non ce la facciamo più. E in alcune fasce della popolazione, soprattutto quelle più giovani, questo sentimento è particolarmente presente e difficile da gestire. Forse, come ipotizza lei, anche alcuni comportamenti estremi sono figli di questo clima, di questa esasperazione. Ma se possiamo capirli, non possiamo certo giustificarli. E non possiamo abbassare la guardia. Tutto questo ci ricorda piuttosto quanto sia importante la battaglia per i vaccini. E quanto siano decisivi anche i tempi necessari per immunizzare tutta la popolazione. Occorre fare bene e presto. Perché oltre una certa soglia, oltre un certo periodo di tempo, anche l'efficacia dei divieti si riduce, si abbassa la soglia di accettazione sociale delle restrizioni. E questo, come stiamo già vedendo, complica la nostra notevolmente capacità di contenere il virus. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino