Abbiamo ospitato anche le opinioni dei no vax: ma quella di un giudice costituzionale vale di più

Abbiamo ospitato anche le opinioni dei no vax: ma quella di un giudice costituzionale vale di più
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Caro Direttore
nella sua risposta alla lettera del lettore M.L. - giornale di ieri 02/12 - che parlava della notizia del ristorante che propone lo spezzatino d'orso, lei chiude con questa affermazione: «Bisogna solo sforzarsi di accettare e convincersi che esistono anche altri punti di vista». Quindi le chiedo: come mai questa saggia affermazione nel suo giornale non ha mai avuto cittadinanza per le questioni sul green pass, sui vaccini obbligatori e sulle proteste contro quelle misure, da parte di milioni di persone? Ne devo dedurre che anche lei fa parte di coloro che pensano che il proprio punto di vista valga di più di quello degli altri?


Con simpatia.
Luigi G.


Caro lettore,
lei si sbaglia: non solo abbiamo scritto spesso delle manifestazioni no vax o no pass, ma proprio in questa rubrica abbiamo ospitato decine di lettere e di opinioni di cittadini contrari ai vaccini e al green pass. A molte di queste ho anche risposto personalmente, spiegando quale era la mia opinione: un punto di vista che non pretendeva di valere di più del loro o di essere migliore. Era semplicemente diverso. Aggiungo che ogni opinione dovrebbe però cercare di fondarsi su dati di fatto e non solo su sensazioni o umori. Le faccio due esempi. Lei scrive che le proteste no vax e no pass avrebbero coinvolto «milioni di persone». Su cosa fonda questo, seppur molto vago, dato numerico? Sulla percentuale di under 50 o 60 che non si sono vaccinati? Sulla quota di sanitari che pur di non sottoporsi all'odiata iniezioni sono stati sospesi dal lavoro? Sulle percentuali (risibili) ottenute alle recenti elezioni dal movimento politico che si richiamava ai no vax? In tutti questi casi è francamente difficile parlare di «milioni». Nella realtà eravamo e siamo di fronte a minoranze più rumorose che numerose. Non per questo, sia chiaro, senza diritto di esprimersi, ma certamente non nelle condizioni di poter pretendere di imporsi sulle altre, questi si, decine di milioni di cittadini che la pensavano e la pensano diversamente da loro. Altro esempio. In quelle manifestazioni che lei citava abbiamo spesso ascoltato slogan e comizi che denunciavano l'incostituzionalità delle norme emanate e soprattutto contestavano la legittimità dell'obbligo vaccinale per alcune categorie. Ieri la Corte Costituzionale, organismo supremo in materia, ha detto in modo chiaro che quei provvedimenti erano del tutto legittimi e adeguati al momento. Non c'era nulla di contrario alla Carta costituzionale e ai principi democratici che la sostengono. Naturalmente si può dissentire anche dalle sentenze della Consulta. Ma su un argomento come questo chi è più credibile e vale di più: un pubblicitario trasformatosi in capopopolo, un leone da tastiera o un giudice costituzionale? Lascio a lei (con simpatia) la risposta.



      
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Il Gazzettino