Non esistono buone e cattive notizie esistono semplicemente le notizie

Non esistono buone e cattive notizie esistono semplicemente le notizie
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Caro direttore, 
mi accorgo spesso nel leggere la carta stampata e nel guardare i telegiornali che l'informazione che viene passata e offerta è condita pesantemente da notizie negative, omicidi, rapine, incidenti stradali, truffe, corruzione. La cosa che più mi colpisce è che non sembra esserci alcuno spazio per la speranza e le notizie di respiro positivo, quelle buone notizie che la cronaca quotidiana (nera, giudiziaria, politica, ecc) spinge ai margini delle pagine dei giornali, dei notiziari e talk show televisivi.

Tante buone notizie che sono tali non perché siano a lieto fine ma perché semplicemente raccontano un mondo in cui la collaborazione, il disinteresse, la solidarietà, la fiducia, l'amore, non sono utopia ma realtà e che sono in grado di trasmettere, oltre alla semplice informazione, anche un pizzico di ottimismo e di positività.
Il mondo delle feste di paese in cui la gente lavora fianco a fianco per un interesse comune; il mondo del volontariato dei giovani e degli adulti che animano gli oratori; della protezione civile; dei pellegrinaggi a Lourdes con i malati; delle famiglie, dell'associazionismo, dello sport dilettantistico, di quanti assistono malati e bisognosi.
È grande la responsabilità dei mezzi di informazione, in grado di influenzare l'opinione pubblica proponendo non solo notizie e opinioni ma anche modelli che, entrando nell'immaginario collettivo, contribuiscono a costruire il clima nel quale si sviluppa la convivenza civile.
Renzo Bulbarella 
Torreglia (Pd)


Caro lettore, 

giornali e tv danno spazio alle buone notizie più di quanto normalmente si creda o si affermi. In realtà per chi fa informazione non esistono le buone e le cattive notizie: esistono semplicemente le notizie. Cioè fatti, opinioni, eventi che hanno le caratteristiche, positive o negative, per interessare e coinvolgere i lettori e i telespettatori. I quali peraltro, quando si tratta di scegliere, da sempre, sono più attratti dalla cronaca intrisa di malvagità piuttosto che di bontà. Dai cattivi, più che dai buoni sentimenti. È una vecchia storia: fa più notizia un albero che cade di una foresta che cresce. E credo che sarà sempre così. Ma forse dovremmo anche metterci d'accordo su cosa intendiamo per buone notizie. E sul valore, anche sociale o educativo, delle informazioni diffuse da giornali e televisioni. Una retata della polizia che consente di arrestare un boss mafioso a lungo ricercato o un'inchiesta giornalistica o della magistratura che svelano un intreccio tra tangenti e politica, come le cataloghiamo? Personalmente non ho dubbi: tra le buone notizie. E lei?  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino