Non trasformare il 25 aprile in una festa di "parte"

Non trasformare il 25 aprile in una festa di "parte"
Caro direttore, mi consenta di esprimere il mio disappunto per l’indecorosa esibizione del presidente della Camera, Laura Boldrini, che, pur avendo una carica che rappresenta...

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Caro direttore,

mi consenta di esprimere il mio disappunto per l’indecorosa esibizione del presidente della Camera, Laura Boldrini, che, pur avendo una carica che rappresenta tutti gli italiani, canta davanti alle tv di tutto il mondo la canzone Bella Ciao. Ricordo che ci sono stati partigiani, i quali cantavano proprio questa canzone, che hanno minimizzato e giustificato gli eccidi dei comunisti di Tito contro i nostri sfortunati connazionali istriani. Si prenda atto, che il Parlamento rappresenta tutti gli italiani, non una sola parte, e non mi si dica che chi canta Bella Ciao abbia più diritto o sia migliore di tutti gli altri. Molti sono gli italiani che hanno opinione diversa, e che sono parte attiva e significativa di questo paese.




Paolo Schiavon

Treviso





Caro lettore,


il presidente della Repubblica ha ragione quando parlando della Resistenza, afferma che "non si possono equiparare le parti in conflitto". Nel giudizio politico chi lottò per la democrazia non può essere messo sullo stesso piano di chi combattè per perpetuare la dittatura fascista. Rispetto e corretta analisi storica non possono giustificare confusioni di ruoli e di responsabilità. Come scrisse Italo Calvino: "La rabbia che fa sparare i fascisti è la stessa che fa sparare noi. La differenza è che, nella storia, noi siamo dalla parte della ragione e loro del torto". Ciò che è invece discutibile è la perdurante tentazione, nonostante i decenni trascorsi, di trasformate il 25 aprile in una festa di "parte". Tanto più discutibile quando questa parte, ossia il Partito comunista, coltivava al proprio interno un progetto rivoluzionario che, sconfitto il fascismo, voleva imporre un'altra dittatura all'Italia, quella di stampo sovietico e in nome di ciò è stato consentito che si consumassero all'indomani della Liberazione innumerevoli delitti, molti dei quali coperti dal silenzio. Anche queste sono verità storiche. Che nulla tolgono all'importantissimo contributo che le formazione partigiane comuniste hanno dato nell'ambito della lotta di Liberazione, ma che dovrebbe suggerire una lettura e una celebrazione più consapevole e meno partigiana del 25 aprile. Purtroppo sembra che per questo, nonostante i 70 anni trascorsi, non siamo ancora maturi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino