Missione su Marte, è giusto esserne orgogliosi

Missione su Marte, è giusto esserne orgogliosi
Egregio direttore, non dire gatto se non è nel sacco era il motto di un famoso allenatore di calcio. La recente missione Exo Mars, verso il pianeta rosso, dell'Agenzia...

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Egregio direttore,
non dire gatto se non è nel sacco era il motto di un famoso allenatore di calcio. La recente missione Exo Mars, verso il pianeta rosso, dell'Agenzia spaziale europea Esa, mi sembra abbia, ancora una volta, confermato il popolare detto.

Fiumi di parole e trasmissioni televisive, su tutti i canali, avevano illustrato ed osannato per giorni il valore della missione che portava, anche, il contributo dell'eccellenza italiana.
Probabilmente un'esposizione più ragionata e realistica dell'importante avvenimento, avrebbe suggerito un giusto orgoglio accompagnato, però, da un sano realismo. Molte precedenti spedizioni verso Marte, fin dagli anni 60, da parte di russi ed americani furono caratterizzate da tanti successi ma anche da altrettanti fallimenti, stante la complessità dell'impresa.
Comunque è stato un successo ci dicono oggi: mi piace sperare che sia proprio così.

Vittorio De Marchi
Albignasego (Pd)


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Caro lettore,
l'astronauta Neil Armostrong, quando mise piede sulla Luna il 20 luglio del 1969, commentò: Questo è solo un piccolo passo per un uomo, ma un balzo gigantesco per l'umanità. L'avventura nello spazio non è una sequenza infinita di successi e di missioni riuscite. E' piuttosto una storia di piccole e faticose conquiste, inframezzate anche da clamorosi e talvolta disastrosi tonfi. La sonda Schiaparelli, nel suo lungo viaggio durato sette mesi, è funzionata alla perfezione fino ai secondi finali, quando, forse per un problema ai sensori o per un'anomalia non prevista, è andata in black out. Per questo la missione è stata un successo. E' vero: la sonda non è atterrata ma si è schiantata su Marte, si sono poste però le basi per successi futuri. Giusto dunque esserne comunque orgogliosi. Sano realismo è anche guardare il bicchiere mezzo pieno, non sempre quello mezzo vuoto. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino