Se il maleducato in bus si vanta di essere "centino"

Se il maleducato in bus si vanta di essere "centino"
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Caro direttore,

domenica scorsa da Piazzale Roma, Venezia, parte il bus n° 6 delle 22.10 diretto a Marghera. È l’ora del rientro di molti veneziani di Marghera, di molti lavoratori pendolari, del ritirarsi in albergo dei turisti. Io e il mio compagno troviamo due posti a sedere. Ma subito dopo la partenza scoppia il pandemonio. Siedono, avanti a noi, un ragazzo di circa vent’anni e un anziano un po’ alticcio. Forse quest’ultimo (non ho presente come il fatto sia iniziato) dice qualcosa che non piace al ragazzo. La reazione di quest’ultimo esplode di colpo: l’aggressività, l’arroganza con cui si rivolge al vecchio danno subito spettacolo. Parolacce, espressioni volgari come "drogà", ignorante, toco de..., vecio de..., sono seguite da un pugno che fa sanguinare il naso al poveretto e lo fa cadere a terra. Alcuni tentano di placare gli animi, senza successo, cercano di avvertire il guidatore che non può sentire (l’autobus è doppio e stracolmo). L’anziano reagisce alla sua maniera. Il ragazzo rincara, sfotte il vecchio, si vanta della sua personale superiorità culturale e sociale ("io guadagno 4000 euro al mese, ho preso cento alla maturità"). E qui mi è venuto un gran magone. La scena di inciviltà, ormai purtroppo ordinaria in questa Italia in cui troppo spesso i più deboli vengono sbeffeggiati e calpestati, è penosa di per sé, ma il fatto che a infierire su un poveretto sia proprio un "centino", uno che viene considerato un’eccellenza scolastica, mette i brividi. Quali sono stati gli educatori di questo ragazzo? E che responsabilità hanno, a livello di miseria morale, le idee sbandierate e diffuse da certi politici?




Vanna Reitano



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Cara lettrice,


la sua indignazione è sacrosanta. Capisco anche la sua sorpresa, ma, ammesso che fosse vero quanto urlato dal ragazzo a proposito dei suoi brillanti risultati scolastici, purtroppo dobbiamo rassegnarci al fatto che la maleducazione non ha confini né di censo né di curriculum. E non è forse giusto prendersela sempre e solo con la scuola: il rispetto e la tolleranza verso gli altri non sono materie che si dovrebbero apprendere esclusivamente sui banchi delle medie, dei licei o degli istituti tecnici, ma innanzitutto in famiglia. Qualcuno ha scritto che la maleducazione e l'arroganza sono le maschere preferite dagli idioti. Credo che la sua esperienza ne sia una perfetta conferma. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino