Gentile direttore, non ci sono parole per rispondere al dolore che la signora Toso descrive nella sua lettera al direttore pubblicata l'altro ieri. Per questo ho contattata...
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Un cittadino in grado di fare un atto simile dimostra un grande senso civico segnalando i problemi perché altri in futuro non abbiano la stessa sorte. È vero, il reparto di pneumologia e nefrologia è affollato, troppo affollato tutto l'anno, e sempre di più. Per questo l'Azienda ha deciso due cose: la prima è di aumentare i posti letto e di separare i due reparti, spostando la nefrologia in un altro piano, la seconda è di assumerne due nuovi pneumologi per fare fronte al crescente carico di lavoro. In questa maniera si risolveranno almeno parte dei disagi segnalati. Altro problema è quello della dignità e della serenità del morire.
La nostra Azienda ha sviluppato una rete delle cure palliative domiciliari e l'hospice proprio perché per quanto possibile non se deve stare in ospedale quando si è in fase terminale. La vicinanza delle persone care, la propria casa o un luogo riservato come le camere dell'hospice permettono di vivere dignitosamente anche gli ultimi giorni. Lo scorso anno sono state oltre 500 le persone seguite a domicilio e per questo servizio abbiamo deciso per il 2018 di assumerne ulteriori infermieri. Approfitto di questa occasione per ringraziare i cittadini che prendono carta e penna e ci segnalano problemi o cose da migliorare. Il grande lavoro quotidiano talvolta non fa percepire cose che l'occhio di chi è ammalato o dei suoi famigliari riescono a vedere. Un vero servizio pubblico deve rendere conto sempre ai cittadini.
Giorgio Simon
Direttore generale AAS 5 Friuli Occidentale
Pordenone
Caro lettore e caro direttore, la ringrazio per la sua risposta. Abbiamo apprezzato particolarmente i suoi toni e la non formale disponibilità e attenzione che ha voluto usare nei confronti della nostra lettrice, già provata dalla perdita del marito. Al suo posto non tutti, e lo sappiamo per esperienza, si sarebbero comportati allo stesso modo. Chi fa, si espone al rischio di sbagliare. Nessuno si compiace nel denunciare manchevolezze, inefficienze, disagi. Ma è giusto e doveroso farlo. Nella consapevolezza che gli errori possono diventare anche uno stimolo per migliorare. Nell' interesse di tutti. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino