La Corte europea dei diritti dell'uomo dimostra di non conoscere la mafia e i mafiosi

La Corte europea dei diritti dell'uomo dimostra di non conoscere la mafia e i mafiosi
Caro direttore, siamo indignati ed angosciati sul futuro della giustizia italiana ed europea. Abbiamo appreso dai giornali della decisione della Corte europea di - in poche parole...

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Caro direttore,
siamo indignati ed angosciati sul futuro della giustizia italiana ed europea. Abbiamo appreso dai giornali della decisione della Corte europea di - in poche parole - invitare l'Italia ad abrogare gli articoli 4 bis e penso anche il 41 bis. Io non sono un tecnico, mi scuso se ho fatto qualche imprecisione. Però come dicevo, l'indignazione e l'angoscia futura si riferisce al sacrificio che hanno dovuto fare Falcone e Borsellino, che la parte buona dell'Italia ha pianto. Come si fa un domani a far uscire di galera gente che in due ha sommato e commissionato il primato di 1150 omicidi? Sommati agli altri mille e passa ergastolani, saranno sicuramente un bollettino di guerra, in una nazione ed Europa di pace. Non sanno gli altri Stati che in Italia esiste questo triste primato?


Francesco Pingitore

Caro lettore,

quella sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo è un disastroso esempio della prevalenza delle forme sulla sostanza e conferma la lontananza di alcuni organismi sovranazionali dalla realtà concreta. Ipotizzare una riduzione della pena o addirittura un reinserimento nella società per mafiosi condannati all'ergastolo e che non si sono chiaramente dissociati dalla loro esperienza criminale collaborando con la giustizia, significa non conoscere la mafia, le sue regole, il suo modo di essere, la sua storia. Come ha detto la sorella di Giovanni Falcone legare la concessione di benefici carcerari a fronte di un generico ravvedimento è molto rischioso. E lo è perché la mafia non prevede, sopratutto agli alti livelli dell'organizzazione criminale, che un esponente si dissoci, rompa il patto di sangue che lo lega alla sua cosca o alla sua n'drina. Un mafioso è mafioso per sempre. Non si redime. A meno che non passi dalla parte dello Stato e collabori con esso per disarticolare la Piovra. Il 41 bis, ossia il carcere duro, e il carcere a vita non esistono perché lo Stato ha sete di vendetta nei confronti dei mafiosi per gli orrendi crimini di cui si sono macchiati: ma perché la storia, una storia che ha visto molti servitori dello Stato perdere la vita, ha insegnato che non c'è altro modo per combattere e contrastare Cosa Nostra e le altre organizzazioni mafiose. La Corte europea ha il grande compito di tutelare i diritti dell'uomo. Di tutti gli uomini. Le mafie sono già potentissime, non hanno bisogno di sentenze che, in nome di astratti principi, mettono in pericolo la vita e l'esistenza di tante persone. Uomini e donne. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino