Lo Stato e il gioco d'azzardo: tutta una contraddizione

Lo Stato e il gioco d'azzardo: tutta una contraddizione
Egregio direttore, è bello osservare dal di fuori quello che succede, come diceva Pitagora, e sto osservando con incredulità il peggio della politica per quanto...

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Egregio direttore,
è bello osservare dal di fuori quello che succede, come diceva Pitagora, e sto osservando con incredulità il peggio della politica per quanto riguarda il gioco d'azzardo. Ieri ho sentito uno spot alla televisione che pubblicizzava un gioco alla lotteria dei vari gratta e... spendi, solo che pochi giorni fa un altro spot metteva in guardia contro i pericoli e i mali della ludopatia e i danni che procura. Viene spontaneo chiedersi: ma che stato è quello che spende soldi per incitarci a farci del male e poi per non cadere nella trappola che ci fa solo del male?

Non faccio commenti perché ho il vizio di dire quello che penso ma credo sia un chiaro segnale (leggi, conferma) del baratro in cui stiamo precipitando. Mi piacerebbe sentire qualcuno che mi dica che mi sto sbagliando. Sono sempre disposto a chiedere scusa.

Franco Dani 
Silea 

Caro lettore,
lo Stato ha un rapporto assai controverso con il gioco d'azzardo. Da un lato finanzia campagne contro la ludopatia, ossia contro la degenerazione patologica di questo vizio. Dall'altro guadagna dalla diffusione di concorsi e scommesse perché su di esse gravano pesanti imposte. Per avere un'idea delle cifre di cui parliamo basti pensare che in Italia il giro d'affari che ruota intorno al gioco d'azzardo è stimato ( dato riferito al 2014) in 84,5 miliardi, una discreta fetta dei quali finiscono nelle casse dello Stato sotto forma di tasse. 
Dunque se i giocatori diminuiscono o spendono di meno, come auspicano le campagne contro la ludopatia, l'erario incassa meno soldi. 

Lo Stato si giustifica dicendo che la tassazione sui giochi e' essa stessa una forma di dissuasione verso l'azzardo, ma in realtà se venissero meno i tributi garantiti dalle tasse sui giochi si aprirebbe un buco nel bilancio. E quindi, di fatto, lo Stato non ha un vero interesse a limitare la diffusione di concorsi, scommesse e slot. Come se ne esce? Credo che da questa contraddizione non si uscirà davvero mai. Del resto come diceva un vecchio ed esperto uomo politico Lo Stato e' come il corpo umano: non tutte le sue funzioni sono nobili. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino