La polveriera-Nordafrica così vicina ai nostri confini

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Caro direttore,

abbiamo scoperto che la Tunisia non è il paradiso terrestre che tanti ci avevano descritto a tal punto da mandarci i nostri pensionati in crociera. Ci hanno fatto credere che la "primavera araba" avesse portato democrazia in quelle terre, ma i nostri governanti ci hanno nascosto che la Tunisia ha più di 3000 combattenti stranieri nell’esercito islamico in Siria e Iraq. Molti di questi "soldati" sono tornati per colpire il proprio Paese. I terroristi non accettano che il popolo tunisino abbia imboccato la strada della libertà. Alfano e Gentiloni dovranno spiegare agli italiani come affrontare questo pericolo ora che i terroristi sono a 150 km dall'Italia.


GioBatta Benetti



Pianiga (Ve)



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Caro lettore,


i paradisi terrestri esistono solo nella fantasia di qualche agente di viaggio e di qualche romanziere. La primavera araba ha portato un po' di democrazia in alcuni Paesi musulmani, ma anche molta instabilità: sociale, politica e religiosa. E non poteva essere diversamente: non basta una primavera per avviare e consolidare un processo democratico in nazioni così ricche di contraddizioni e governate per decenni da sistemi autoritari quando non dittatoriali. Occorre tempo e la consapevolezza che l'esito finale non è affatto scontato. La Tunisia, che pure è uno dei paesi dell'area nordafricana più avanzati sul piano delle libertà democratiche, non sfugge a questa regola e, non a caso, nel giorno dell'attentato il Parlamento tunisino stava discutendo la nuova legge anti-terrorismo. Questo avrebbe dovuto consigliare maggiore cautela a chi ha organizzato la gita al museo del Bardo che ha sede proprio nel centro di Tunisi, non lontano dal Parlamento. Ma parlare, il giorno dopo, di imprudenza è facile. La realtà, come ci ha ricordato anche l'arcivescovo di Tunisi, è che alcuni paesi nordafricani sono diventati autentiche polveriere. Pronte ad esplodere a poche centinaia di chilometri dai confini italiani ed europei. Un rischio enorme a cui occorre dare subito una risposta chiara. Il nostro governo ha proposto la creazione di una forza armata multinazionale, con finalità essenzialmente difensive, da schierare in Nordafrica per prevenire attentati e bloccare l'avanzata dell'Isis. Dobbiamo sapere che potrebbe essere solo il primo passo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino