Il terrorismo diagnostico fa perdere l'uso del buon senso

Il terrorismo diagnostico fa perdere l'uso del buon senso
Caro direttore, l'episodio dei giorni scorsi, nel quale i tecnici dell'Arpav hanno multato il parroco di Pramaggiore...

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Caro direttore,

l'episodio dei giorni scorsi, nel quale i tecnici dell'Arpav hanno multato il parroco di Pramaggiore perchè le campane superavano i limiti imposti dalla normativa sul rumore, evidenzia un'enorme stortura della legge italiana, stortura che porta effetti paradossali. Questa impostazione infatti, affida ai tecnici poteri illimitati e incontestabili sul superamento di una data soglia, la cui cieca applicazione porta a negare la nostra storia. Le campane infatti esistono da ben prima dei regolamenti sulla zonizzazione acustica, pertanto la decisione sulla loro eventuale tacitazione non può e non deve essere posta in mano ad un tecnico, ma deve essere una decisione politica. Porre una regola all'uso delle campane sulle nostre chiese, che esistono da secoli, non può essere una decisione presa da un qualsiasi ufficio di un qualsiasi ente pubblico. Se esiste la democrazia, questa è una decisione che deve prendere la collettività. Altrimenti, seguendo questa logica, applicando i regolamenti comunali sull'altezza dei fabbricati, si finirà per abbattere la Torre di Pisa, la Mole Antonelliana e il Campanile di San Marco. Questo episodio dimostra una necessità non più prorogabile, troppo dimenticata in Italia, e cioè che le leggi devono prevedere anche l'uso del buon senso. Altrimenti non sono più al servizio degli uomini ma li rendono schiavi dei numeri. E finisce la democrazia.



Marco Dal Prà



Mestre (Venezia)



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Caro lettore,


ormai siamo vittime del terrorismo diagnostico. Tutto fa male, tutto è potenzialmente pericoloso per la salute. Persino vivere. Non sono stato in tempi recenti a Pramaggiore mentre suonavano le campane e quindi non ho potuto verificare personalmente i potenziali effetti devastanti di quei rintocchi sui miei padiglioni auricolari. Mi chiedo peraltro come la popolazione di Pramaggiore abbia potuto sopravvivere tutti questi anni nonostante la presenza in paese di una così evidente e insidiosa minaccia fonetica. Avranno tutti subito menomazioni o perso l'udito? Un fatto è certo: in questa vicenda qualcuno ha certamente smarrito l'uso del buon senso. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino