La lotta al razzismo, l'assassinio di Davide Giri e qualche riflessione scomoda ma necessaria

La lotta al razzismo, l'assassinio di Davide Giri e qualche riflessione scomoda ma necessaria
Egregio Direttore, un innocente cittadino italiano, Davide Giri, è stato brutalmente assassinato a New York solo perchè si trovava nel posto sbagliato al momento...

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Egregio Direttore,
un innocente cittadino italiano, Davide Giri, è stato brutalmente assassinato a New York solo perchè si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ad ucciderlo un afroamericano con molti precedenti alle spalle, ma che comunque poteva circolare liberamente ( pensavo accadesse solo in Italia...). Di questo terribile fatto adesso se ne parlerà per qualche giorno ma non assisteremo a cortei, appelli social, proclami di cantanti, interrogazioni parlamentari, inginocchiamenti collettivi. Tra qualche giorno questo fatto negli Stati Uniti aggiornerà solamente la statistica delle uccisioni quotidiane da parte delle gang afroamericane, sperando che almeno stavolta questo delinquente finisca in carcere, mentre qui in Italia resterà solo il dolore dei familiari della vittima. Ma allora mi chiedo White lives no matter, ossia: Le vite dei bianchi non contano?


Riccardo Battiston
Fossalta di Portogruaro


Caro lettore,


la vera domanda a cui bisogna provare a dare una risposta non è se contano di più le vite dei bianchi o dei neri, ma come ha potuto verificarsi una tragedia come la morte di Davide Giri. Ed è un quesito non solo complesso, ma che ci costringe ad affrontare argomenti forse un po' scomodi. Quello di Davide è stato infatti, per molti aspetti, un omicidio assurdo: il giovane italiano non è stato rapinato, non conosceva il suo assassino, lui e il suo carnefice non si sono scambiati nemmeno una parola. È stato ucciso per caso, perchè così fanno i membri della banda afroamericana Every body killas, di cui fa parte Vincent Pinkney, il pluripregiudicato 24enne che ha accoltellato il giovane italiano. Di questo assassinio sappiamo poco altro. Ma un aspetto è stato sottolineato da giornali e tv: Davide è stato ucciso vicino alla Columbia University, in una zona di New York lontana dai ghetti dell'illegalità diffusa. Un'area ritenuta sicura, ma dove negli ultimi tempi bande come quella di Pinkney si sono insinuate, facendo crescere sensibilmente il tasso di criminalità. Un fenomeno che riguarda la gran parte delle città americane e che è legato anche alla scelta di tante amministrazioni metropolitane Usa di tagliare i fondi della polizia facendo propria una delle principali richieste del celebre movimento Black lives matter (Le vite dei neri contano), nato negli Usa dopo l'omicidio a Minneapolis dell'afroamericano George Floyd da parte di un poliziotto bianco. Solo la città di New York nell'ultimo anno ha ridotto gli stanziamenti per la sua polizia di un miliardo di dollari. Ovviamente non vogliamo nè possiamo affermare che ci sia un rapporto causa-effetto tra l'assassinio di Davide e questi scelte. Ma possiamo riflettere sulle derive estremistiche di movimenti un po' troppo acriticamente appoggiati da tanti nostri intellettuali e uomini di spettacolo alla facile ricerca di applausi. E dobbiamo anche chiederci se l'adesione alle legittime battaglie per i diritti della gente di colore, non debba prevedere anche la difesa dei diritti di tutti gli altri. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino