Le polemiche sul Pride Village. Per evitarle basta fare una cosa: applicare le stesse regole per tutti

Le polemiche sul Pride Village. Per evitarle basta fare una cosa: applicare le stesse regole per tutti
Buongiorno direttore, leggo sul Gazzettino il resoconto dei fatti e dei comportamenti avvenuti al Pride Village di Padova, organizzato dal deputato del Pd Zan, che ha il invero...

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Buongiorno direttore,
leggo sul Gazzettino il resoconto dei fatti e dei comportamenti avvenuti al Pride Village di Padova, organizzato dal deputato del Pd Zan, che ha il invero deplorevoli e inosservanti delle regole già esistenti in tema Covid e sicurezza. Le inutili elucubrazioni poi addotte dagli organizzatori per fare rispettare le regole ai partecipanti si scontrano con la realtà delle foto e dei video: cosa avrebbero potuto fare le poche forze dell'ordine contro una moltitudine di inadempienti? Approvo il commento di un assessore regionale che su ciò ha detto: «Zan si batte per nuove norme, potrebbe iniziare rispettando quelle che già ci sono». L'anarchia comportamentale che se ne deduce dal Pride Village sarebbe forse la nuova regola indotta dalla proposta Zan al Parlamento?


Paola Vettore
Padova


Cara lettrice,


potrebbe persino essere ovvio, ma preferisco precisarlo: non abbiamo alcuna prevenzione né pregiudizi di nessun tipo nei confronti del Pride village o di iniziative e manifestazioni analoghe. Prova ne sia che all'evento padovano abbiamo dedicato venerdì scorso un'intera pagina del fascicolo nazionale del Gazzettino segnalando tutti gli appuntamenti più importanti di questa lunga e ricca kermesse. Del resto: non è certo un delitto che le persone, dopo un anno e mezzo di pandemia e di divieti, possano di nuovo, pur nel rispetto di alcune fondamentali regole, aver voglia di ritrovarsi, ascoltare buona musica e divertirsi. Tuttavia se ciò è (finalmente) legittimo e consentito , ci sembrano anche legittime le proteste dei proprietari di discoteche, a cui la legge impone di tenere ancora chiusi i loro locali o permette loro di aprirli solo per le attività di ristorazione. Questi imprenditori dello spettacolo hanno levato la loro protesta di fronte ai video e ai filmati di danze collettive provenienti dalla manifestazione padovana. Del resto se ballare (assembrati e spesso senza la mascherina) resta un rischio per la diffusione del virus ed è quindi vietato, lo deve essere ovunque: al Pride village come in qualsiasi festa o locale del litorale veneziano o friulano. Non ci possono essere due pesi e due misure. Soprattutto quando in gioco c'è la salute di tutti. E non ci possono essere zone franche. Di nessun tipo. Neppure in nome del politicamente corretto. Non si possono indossare al mattino i panni del rigorista duro e puro, proclamando il rispetto delle regole e invocando il senso di responsabilità per attaccare gli avversari politici e trasformarsi poi la sera in silenti fautori del liberi tutti, chiudendo un occhio e pure tutti e due, se a sconfinare e a farsi beffe delle norme sono i propri amici o sostenitori politici. Non funziona così. Non può funzionare così. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino