Letta dice molte cose di "sinistra". Ma Pd e alleati hanno vinto quando hanno saputo parlare ai moderati

Letta dice molte cose di "sinistra". Ma Pd e alleati hanno vinto quando hanno saputo parlare ai moderati
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Caro Direttore, 
ma che problemi ha Letta? Davvero pensa di rivitalizzare un Partito Democratico agonizzante con queste dichiarazioni? Prima, in piena emergenza sanitaria, lo ius solis, poi le tasse di successione per restituire un po di maltolto e per dare una dote ai giovani colpiti dalla pandemia (come se non bastasse lo scempio del Reddito di Cittadinanza) infine con i calciatori della nazionale italiana che non si sono inginocchiati rifiutando una sceneggiata (perché non la capriola?) inventata in USA. Se dovessimo fare gesti dimostrativi contro le malefatte del mondo dovremmo stare inginocchiati ore e ore: per favore, giochiamo al pallone! 


Pietro Spera


Caro lettore,


credo che Letta, al pari di altri leader, abbia innanzitutto il problema di ritagliarsi un ruolo e uno spazio in un'arena politica attraversata da profondi cambiamenti ed ampiamente occupata dalla figura e dall'azione di governo di Mario Draghi. In questa suo attivismo identitario, il segretario del Pd ha scelto di marcare il suo territorio politico, puntando su parole d'ordine e su temi, dallo ius solis fino alla stucchevole polemica di questi giorni sull'inchino dei calciatori della nazionale, che hanno avuto inevitabilmente il risultato di caratterizzare sempre di più il suo partito come una forza politica classicamente di sinistra. Da quando ha assunto la guida dei democratici, Letta sembra cioè soprattutto interessato a parlare al suo elettorato, cioè a quella parte di opinione pubblica progressista che già gravita in larghissima parte intorno al Pd o, in misura minore, al M5s. Una scelta diversa da quella seguita negli anni passati da altri leader democratici, la cui strategia andava piuttosto nella direzione opposta, quella cioè di attrarre verso il Pd e il centrosinistra elettori moderati. Letta sembra seguire un'altra strada, forse convinto che occorra consolidare i consensi del suo partito e catturare quelli in uscita dai 5stelle o andati ad altre forze minori. Può darsi che questo gli consentirà di riguadagnare qualche punto di percentuale e magari di ritrovarsi in qualche sondaggio sopra la Lega o Fdi. Ma la storia italiana insegna che il centrosinistra è riuscito a diventare maggioranza e forza di governo quando è riuscito a sfondare al centro e a diventare interlocutore di mondi più vasti. Non quando si è chiuso nei suoi rassicuranti (e politicamente corretti) recinti. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino