Non ha senso "punire" JJ4 uccidendola. Ma bisogna fare in modo che gli orsi non siano una minaccia per l'uomo

Non ha senso "punire" JJ4 uccidendola. Ma bisogna fare in modo che gli orsi non siano una minaccia per l'uomo
Caro direttore, a proposito di orso . Io vedendo la crudeltà antropologica dell'uomo, mi schiero dalla parte del plantigrado. Noi umani, ogni anno, per nutrirci...

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Caro direttore,
a proposito di orso . Io vedendo la crudeltà antropologica dell'uomo, mi schiero dalla parte del plantigrado. Noi umani, ogni anno, per nutrirci consumiamo milioni e milioni di tonnellate e tonnellate di ogni genere di carne animale in tutto il mondo, e in alcune circostanze e luoghi anche quella dell'orso. Gli animali feroci seguono la loro natura e il loro istinto di difesa personale. Serve solo buon senso e assieme agli addetti ed esperti del settore, riuscire a fare convivere le due realtà, quella umana e quella animale. Non esiste la pena di morte per gli esseri umani e la vogliamo applicare per gli orsi e lupi?


Francesco Pingitore
Belluno


Caro lettore,


sciaguratamente in molte zone del mondo la pena di morte per gli esseri umani purtroppo esiste ancora e viene pure praticata. Ma il tema non è questo: non penso che il problema dell'abbattimento o meno dell'orso trentino vada affrontato cercando di far valere per tutto il genere animale le regole di convivenza che gli uomini si sono date. Noi e gli altri animali non siamo la stessa cosa. È del tutto evidente che sulla vicenda dell'orsa JJ4 colpevole di aver aggredito e ucciso il giovane Andrea Papi, si stanno scontrando sensibilità molto diverse e non facilmente conciliabili. Per non restare vittime degli animalismi contrapposti, proviamo a farci qualche semplice domanda. Qual'è in questo momento la nostra priorità? Punire l'orsa JJ4 per ciò che ha fatto o, piuttosto, impedire che uccida di nuovo? E perché ciò non accada più cosa dobbiamo e possiamo fare? Gli esperti ci hanno spiegato che JJ4 non ha ucciso (e prima ancora ferito due uomini) perché è nella sua indole di orso farlo, ma soprattutto perché ha sviluppato un tasso di aggressività molto accentuato. Questo significa che non può continuare a vivere liberamente senza rappresentare un pericolo costante. Certamente non lo può fare in territori antropizzati come i nostri, dove il contatto più o meno ravvicinato con l'uomo non è solo possibile, ma persino probabile. Ma è possibile trasferirla in un ambiente diverso? Probabilmente sì ma se si individua un luogo che sia compatibile con la sua natura eche sia adeguatamente lontano da insediamenti umani. In alternativa potrebbe essere forse collocata in cattività, cioè in un ambiente chiuso e controllato. In entrambi i casi si potrebbe evitare che uccida nuovamente ma si eviterebbe anche il suo abbattimento. Potrebbe essere questa la soluzione definitiva del problema? No. Perché ne esiste un altro collegato ed è rappresentato dall'eccedenza degli orsi in Trentino. Nei boschi di questo territorio sono presenti oggi 120 plantigradi, mentre il loro numero non dovrebbe superare i 40-50, come era del resto stato previsto quando vennero reintrodotti. Se non si affronta questo aspetto della questione ( trasferendo altrove una parte dei plantigradi), gli orsi rappresenteranno un' inevitabile minaccia per l'uomo e ci troveremo di fronte con tutta probabilità ad altre aggressioni. Non perché gli orsi siano cattivi o incompatibili con l'uomo ( il parco d'Abruzzo dove vivono 50 esemplari ne è la prova). Ma perché l'ambiente naturale si regge su un equilibrio tra le diverse presenze animali. E se questo equilibrio si altera, se ne pagano le conseguenze. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino