Salvini, la sindrome del sorpasso e il protagonismo mediatico: una strategia ancora efficace?

Salvini, la sindrome del sorpasso e il protagonismo mediatico: una strategia ancora efficace?
Egregio Direttore, ma Salvini non aveva sempre detto che si sarebbe vaccinato per sua libera scelta nel mese di Agosto? Mi sembra che siamo in luglio e all'improvviso ecco...

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Egregio Direttore,
ma Salvini non aveva sempre detto che si sarebbe vaccinato per sua libera scelta nel mese di Agosto? Mi sembra che siamo in luglio e all'improvviso ecco Salvini vaccinato! Ma le parole non hanno alcun valore? Forse sono io che non capisco, qualcuno mi spiega?


Giovanna Zanini


Cara lettrice,


per gli antipatizzanti di Salvini qualsiasi cosa il segretario della Lega faccia comunque sbaglia. Se non si vaccina sbaglia perché dà un cattivo segnale, se si vaccina prima di quanto aveva annunciato sbaglia in ogni caso perché non è coerente con quanto aveva affermato. A me pare che il vero problema di Salvini, in questo momento, sia un altro. Il leader della Lega vede crescere senza sosta i consensi di Fratelli d'Italia e, anche se non può ammetterlo, deve fare i conti con una sorta di sindrome del sorpasso. Ha di fronte a sé lo spettro di una situazione imprevedibile fino a non molti mesi fa: il suo partito da prima forza politica del Paese rischia di scendere al secondo posto, superato da Giorgia Meloni, e forse persino al terzo, sopravanzato anche dal Pd del detestato Enrico Letta. Una fase delicata da gestire stando al Governo e non più all'opposizione e, come si è visto anche nel caso del green pass, potendo incidere relativamente poco sulle scelte dell'esecutivo. Di fronte a questo scenario, Salvini ha scelto di giocare la carta che gli è più congeniale: anche in vista delle vicine scadenze elettorali amministrative, ha accentuato il suo protagonismo mediatico. Non passa giorno senza raffiche di dichiarazioni, è onnipresente sui social, interviene su ogni tema interpretando il duplice ma insidioso ruolo del leader di lotta e di governo. Questa del resto è la sua cifra politica. La modalità che gli ha consentito di portare la Lega dal 4% a oltre il 30% e di diventare uno dei protagonisti dello scenario politico nazionale. Ma proprio qui sta il punto. Tra quella stagione e l'oggi è cambiato un mondo. C'è stata la pandemia. Il lockdown. La sconfitta di Trump. L' eclissi di Conte e il governo Draghi. Forse anche la strategia di Salvini, il suo modo di interpretare il ruolo di leader e di aspirante capo del centro-destra dovrebbero adeguarsi a questa nuova fase della politica. Il cambiamento lo si governa o lo si subisce. Salvini sta correndo proprio questo rischio: di subirlo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino